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Al via le consultazioni
Al via le consultazioni. Mattarella vuole un governo forte, altrimenti si vota 
di Ninni Raimondi
 
Giuseppe Conte si è dimesso.  
Al termine di un lungo dibattito in Senato, il presidente del Consiglio, come aveva preannunciato al termine del suo discorso, ieri sera è salito al Colle per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. Già da questo pomeriggio, alle 16, Sergio Mattarella avvierà le consultazioni. Si parte con il presidente emerito Giorgio Napolitano, che verrà sentito telefonicamente, quindi i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati. A seguire, i gruppi minori (tra cui LeU) e i gruppi misti. Giovedì sarà la volta degli altri partiti: la mattina toccherà a Fratelli d’Italia e al Partito Democratico, poi a Forza Italia. Nel pomeriggio sarà la volta della Lega e, infine, del Movimento 5 Stelle. 
 
La linea del Colle: governo forte o elezioni 
Tutti si aspettano da Mattarella che stavolta il “valzer” delle consultazioni sia rapido: sta ai partiti, nel caso, comunicare al capo dello Stato le reali possibilità di formare una nuova maggioranza. Ma una cosa è certa, un nuovo esecutivo deve avere la forza e la stabilità di durare e di governare, altrimenti obtorto collo il Presidente scioglierà le Camere. A quel punto, il capo dello Stato insedierà un suo governo elettorale (è impossibile che Salvini conduca la campagna elettorale, in cui è candidato premier, da ministro dell’Interno). Che Mattarella preferisca un nuovo governo piuttosto che il ritorno alle urne non è un mistero: ci sono di mezzo scadenze economiche con la Ue, ne va della stabilità, bisogna evitare speculazioni e impennate dello spread. Tutte cose già viste, insomma (che vengono sfoderate all’occasione per impedire agli elettori di esprimersi). Certo è che per evitare l’aumento dell’Iva, elaborare la legge di Bilancio e confrontarsi in una posizione non di debolezza con la Ue serve una maggioranza solida. 
 
Occhi puntati sull'”inciucione” M5S-Pd-LeU 
A tal proposito è conclamato che non ci saranno riedizioni del patto Lega-M5S, ormai ai ferri corti.  
L’alternativa è quell'”inciucione” tra grillini e sinistra che appare tutto tranne che un’alleanza in grado di governare con coerenza e continuità.  
A meno che gli ex acerrimi nemici non trovino una base comune convincente da proporre al Colle per non perdere la poltrona (i parlamentari dem renziani non sarebbero ricandidati in caso di voto e sul fronte 5 Stelle i sondaggi parlano di un crollo senza precedenti). Ma per far questo servirà un po’ di tempo, che Mattarella concederà, per le ragioni di cui sopra. Staremo a vedere. 
Licenza Creative Commons  21 Agosto 2019
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