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Tregua sulla manovra
Tregua sulla manovra, c’è l’ok sul carcere per gli evasori. Slittano le misure sui contanti 
di Ninni Raimondi
 
Alla fine il premier Giuseppe Conte, dopo un vertice di due ore e mezza, mette d’accordo i partiti di maggioranza sul decreto Fiscale.  
 
A un passo dalla rottura, arriva una intesa di massima sulle correzioni alla manovra. Ma è una vera e propria tregua armata. Restano infatti profonde divergenze sulla stretta alla flat tax per le partite Iva. Due le principali novità che emergono dal vertice dei giallofucsia che si è tenuto ieri fino a tarda notte: il carcere per i grandi evasori, che entra nel decreto fiscale, mentre l’obbligo al Pos e il tetto al contante che slittano a luglio 2020. Come aveva chiesto con forza il Movimento 5 Stelle – scrive su Facebook il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Luigi Di Maio -. “D’ora in avanti chi evaderà centinaia e centinaia di migliaia di euro sarà finalmente punito con il carcere. Colpiamo i pesci grossi”. 
 
Le novità della manovra 
Arriva una novità anche per il “Superbonus della Befana” fortemente voluto dal premier: come previsto, arriverà a gennaio 2021 ma premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020.  
Le risorse a disposizione – precisano da Palazzo Chigi – restano tre miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese dal parrucchiere e l’estetista, ma anche da meccanico ed elettrauto, elettricista, idraulico, ristorante. Per quanto riguarda invece il cashback (rimborso fiscale di una percentuale del pagamento effettuato per chi decide di saldare con la carta di credito o bancomat), studiato dal governo per incentivare l’uso di moneta elettronica, sarà fissato al 19%. Il governo starebbe lavorando inoltre per fare in modo che le risorse vengano stanziate attraverso i circuiti Visa, Mastercard e simili. 
 
Il carcere per i grandi evasori 
Nonostante l’irritazione di Pd e LeU per il fatto che i 5 Stelle avessero rimesso in discussione gli accordi sulla manovra nel Cdm della settimana scorsa, alla fine i pentastellati hanno avuto la meglio. “Il M5s non molla mai!”, esulta Di Maio su Facebook. “Per la prima volta uno Stato forte con i forti e non più forte con i deboli! Uno Stato che non ha più paura e che ritrova il coraggio di lottare contro i colossi! Finalmente tocchiamo gli intoccabili”, scrive il ministro degli Esteri con i consueti toni trionfalistici dei grillini. Arriva infatti il carcere per i grandi evasori, vera e propria ossessione per i 5 Stelle. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede annuncia che si passerà “da un minimo di 4 anni a un massimo di otto anni” di carcere per i grandi evasori partendo da una “somma evasa di 100 mila euro”. La stretta entrerà subito nel testo del decreto Fiscale ma con la postilla che le nuove norme entreranno in vigore non subito, ma solo dopo il via libera finale al decreto. Si garantirà così sia la certezza della pena, sia – come sottolinea il ministro dem Dario Franceschini – che “il Parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze”. 
 
La Ue chiede chiarimenti sulla manovra 
Intanto, da Bruxelles, l’Unione europea chiede chiarimenti al governo giallofucsia.  
E’ attesa infatti nelle prossime ore la lettera della Commissione Europea nella quale vengono chiesti chiarimenti sui documenti programmatici di bilancio che ha ricevuto.  
Ma nella maggioranza minimizzano: si tratta solo di chiarire il dettaglio di alcune misure di coperture, assicurano fonti di Palazzo Chigi.  
Comunque il governo dovrà far pervenire una risposta entro i tempi dovuti. 
Licenza Creative Commons  22 Ottobre  2019
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