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La pagina Facebook di CasaPound Italia è di nuovo attiva.
Il gigante social ha eseguito immediatamente il provvedimento del giudice Stefania Garrisi, che ordinava “l’immediata riattivazione della pagina dell’Associazione di Promozione Sociale CasaPound”.
Secondo quanto disposto dal Tribunale di Roma, Facebook avrebbe dovuto pagare una penale di “800,00 euro per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito, successivo alla conoscenza legale dello stesso”.
Dunque ieri sera qualche minuto prima della mezzanotte la pagina di CasaPound Italia è tornata di nuovo visibile a questo indirizzo.
Insieme alla pagina del movimento sono stati riattivati il profilo personale e la pagina pubblica dell’amministratore Davide Di Stefano.
Un fatto non scontato
La decisione di Facebook di ottemperare in tempi così rapidi alle disposizioni del giudice Stefania Garrisi non era scontata.
E’ evidente la volontà di non voler incorrere nella penale per il mancato adempimento dell’ordinanza.
Questo ovviamente non impedisce a Facebook di impugnare il provvedimento e fare reclamo: Zuckerberg ha quindici giorni di tempo per opporsi (Art. 669 terdecies del codice di procedura civile).
Il ruolo pubblico di Facebook
Oltre ai risvolti operativi che riguardano la riattivazione della pagina di CasaPound, il provvedimento emesso dal Tribunale di Roma rappresenta un precedente giuridico fondamentale rispetto al ruolo dei social network.
In particolare è stata riconosciuta la “speciale posizione” di Facebook che opera di fatto come una piattaforma pubblica.
Chi non è presente su Facebook è “escluso dal dibattito politico italiano” e per questa ragione Zuckerberg “deve rispettare i principi cardine essenziali dell’ordinamento come quello del pluralismo dei partiti politici”.
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