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L’emergenza antisemitismo non c’è. E quelle svastiche al contrario lasciano più di un dubbio 
di Ninni Raimondi
 
L’emergenza antisemitismo non c’è. E quelle svastiche al contrario lasciano più di un dubbio 
In Italia esiste un’emergenza antisemitismo? La risposta è no. Non sono stati registrati episodi di violenza, non ci sono arresti, non ci sono organizzazioni politiche o terroristiche che ritengono gli ebrei un obiettivo da colpire. Del resto l’antisemitismo non viene considerato una reale minaccia nemmeno dai nostri servizi segreti, che nella loro relazione al Parlamento risalente a poco meno di un anno fa, tra le minacce annoverano il terrorismo islamico, la mafia nigeriana e, sul fronte politico, soprattutto l’anarco-insurrezionalismo. Nella paginetta dedicata all’estrema destra poi, l’antisemitismo non è nemmeno mai menzionato. 
 
Eppure stando a quanto ci raccontano l’Anpi o l’Espresso, che all’emergenza antisemitismo  ha perfino dedicato l’ultima copertina, per gli ebrei in Italia questi sarebbero tempi duri. La prova? La recente “escalation” di episodi antisemiti. Noi siamo riusciti a contarne ben 14 solo nell’ultimo mese. Di cosa si tratta? Minacce di morte con un minimo di fondamento? Aggressioni fisiche? Attentati dinamitardi? No, solo di scritte. Spesso anche realizzate con semplici pennarelli o dalla grafia incerta. 
 
Un’escalation di “svastiche al contrario” 
Il primo episodio risale al 24 gennaio scorso, pochi giorni prima del Giorno della memoria. A Mondovì appare la scritta “Juden hier” sulla porta di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata in un campo di concentramento. La strumentalizzazione politica dell’episodio è immediata: Rolfi associa subito la cosa alla “citofonata” di Salvini, a lanciare l’allarme ci pensano anche Nicola Zingaretti ed Emanuele Fiano. L’episodio viene citato ovviamente anche da Mattarella, che in questo modo il 27 gennaio può dire che “l’antisemitismo non è scomparso“. Sempre il 24 gennaio a Noto in provincia di Siracusa compare una svastica disegnata “al contrario” (in senso antiorario per capirci) sul muro di una sede scout. 
Svastiche al contrario che ritornano nel raid realizzato proprio il 27 gennaio, Giorno della memoria, ai danni di un bar in provincia di Brescia gestito da una donna di origine marocchine. Lo stesso giorno a Torino una ultra settantenne, con la madre di origine ebraica, ha denunciato la scritta “crepa sporca ebrea” all’interno del suo palazzo. Sempre il 27 gennaio una svastica al contrario non si nega nemmeno al Pd, con un “tazebao” esposto sulla bacheca dem a Torrebelvicino in provincia di Vicenza. Superato il Giorno della memoria gli “attacchi antisemiti” tornano a colpire il Piemonte, insolitamente bersagliato, con piccola etichetta, una “pecetta”, apposta il 30 gennaio sul campanello di una donna iscritta all’Anpi: anche qui svastica al contrario d’ordinanza e la scritta “Sieg Heil“. Sempre il 30 gennaio un’altra svastica al contrario compare su un cartello di un parco a Masone di Reggio Emilia. 
 
Perché tanto antisemitismo in Piemonte? 
Passano una decina di giorni “indenni” ed ecco che si riparte con l’emergenza antisemitismo sempre dal Piemonte. A Torino il 10 febbraio (Giorno del ricordo delle Foibe) compare la scritta “Jude” con la stella a sei punte sulla porta di casa di Marcello Segre. Ovviamente anche qui ripartono le dichiarazioni indignate di Zingaretti, Appendino e compagnia. Sempre il 10 febbraio abbiamo una svastica al contrario disegnata a Forlì (affiancata da una “a” dell’anarchia): unico caso in cui sono stati fermati presunti responsabili, alcuni tredicenni con le bombolette spray in mano. Passano un paio di giorni e compaiono le scritte antisemite fuori un liceo di Pomezia in provincia di Roma: ad un “calpesta l’ebreo” con croce celtica sulla “o”, si accompagna anche la scritta “parlateci di Foibe”. A pensar male un grottesco tentativo di accomunare il ricordo degli italiani trucidati al negazionismo dell’olocausto ebraico. Ad ogni modo arrivano subito le dure dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e di  
Prima di tornare in Piemonte, il 17 febbraio c’è una svastica disegnata a Gorizia accompagnata da una scritta con grossolani errori di ortografia. Il 18 febbraio eccoci di nuovo a Torino, dove ad essere colpita è la stessa abitazione dell’adesivo con la scritta “Sieg Heil” del 30 gennaio. Sempre una pecetta microscopica attaccata al campanello della donna iscritta all’Anpi, stavolta con la scritta “Onore a Hitler” con celtica sulla “o” e svastica al contrario d’ordinanza. Sempre il 18 febbraio e sempre in Piemonte appare una scritta su un centro culturale nella provincia di Verbano Cusio Ossola. La cosa strana è che stavolta la svastica è per il verso giusto, così come lo è quella dell’ultimo episodio in ordine cronologico, di cui si è avuta notizia oggi: a Ravenna una svastica è stata dipinta su un monumento partigiano. 
 
Cosa non torna? Alcune domande lecite 
Possibile che per tutti questi episodi non esista un singolo video? Spesso negli articoli che fanno riferimento ai fatti si parla di indagini della Digos, di filmati acquisiti. Beh perché non diffonderne uno per provare ad individuare i colpevoli? Ad esempio per le scritte minatorie contro il consigliere bolzanino di CasaPound Andrea Bonazza è stato diffuso QUESTO VIDEO, possibile che non ce ne sia mai uno per queste scritte antisemite? Possibile che a parte i tredicenni di Forlì, non sia mai stato fermato nessuno dalla polizia? Eppure gli episodi sono tanti, in meno di un mese più di quanti ce ne sono stati nel 2018 e nel 2019. Vuol dire che allora c’è un gruppo eversivo e antisemita che sta facendo queste scritte? Possibile che né i servizi segreti, né la polizia ci dica nulla a riguardo? E perché tante scritte proprio in Piemonte? Da cosa è sostanziato questo rigurgito di antisemitismo nelle province piemontesi? E perché quasi sempre le svastiche sono disegnate al “contrario”? Tra film che vediamo fin dalla scuola, passando per documentari, modellini, videogiochi etc, tutti conoscono un simbolo così famoso come la svastica, come è possibile che proprio dei neonazisti antisemiti disegnino delle svastiche al contrario? 
 
Propaganda politica e cattivi pensieri 
Fossimo complottisti arriveremmo a pensare che magari il fatto di disegnarle al contrario potrebbe essere una sorta di “messaggio”. Un po’ come accadeva ai tempi del voto di scambio, quando alcuni segni particolari nella scrittura del nome sulla scheda elettorale permettevano la riconoscibilità dell’elettore. Della serie “questa scritta l’abbiamo fatta noi”. Ma questo appunto sarebbe complottismo, dietrologia. Non sarebbe da noi. Resta il fatto che questa finta emergenza antisemitismo viene puntualmente strumentalizzata da Anpi, Pd e sinistra in genere, come dimostra la manifestazione indignatissima di Torino di un paio di giorni fa. 
 
Stesso discorso fatto con la Commissione Segre, istituita sulla base di una emergenza fasulla generata da una fake news di Repubblica, che aveva preso per buoni i numeri (falsi) degli insulti ricevuti dalla senatrice a vita diffusi dall’Osservatorio sull’antisemitismo. Gli insulti non c’erano, ma intanto la bufala è stata utilizzata per istituire una commissione politica che, in nome del contrasto al “linguaggio d’odio”, sembra avere l’unico scopo di tappare la bocca ai “sovranisti”. Il meccanismo della propaganda ormai era partito, e così via con la scorta concessa alla Segre, le manifestazioni in suo sostegno e la trasformazione di una anonima senatrice a vita in un leader politico che, dal Parlamento Europeo fino alle università, passa il tempo a redarguirci sul pericolo del nuovo antisemitismo. Ed ecco che casualmente, a conferma di questo pericolo del nuovo razzismo antisemita etc, spuntano come funghi queste strane scritte, grossolane e sempre senza colpevoli. 
Stranamente dopo che “l’emergenza antisemitismo” era già stata dichiarata, sulla base dei numeri farlocchi di Repubblica e compagnia.  
 
A mo’ di conferma.  
A pensar male si fa peccato.  
 
Ma molto spesso ci si indovina. 
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