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Di fronte a Bergoglio, tra sbigottimento e compatimento
Avere rispettosa pietà per un cervello annebbiato è doveroso, ma è altrettanto doveroso mettere in guardia chi lo ascolta e più ancora invocare l’anatema contro vescovi e prelati che assecondano quella mente confusa.
Ritengo che Papa Bergoglio, che ho già ricusato dopo un sofferto travaglio, soffra di sdoppiamento della personalità, perché è evidente che da una parte dice di difendere e applicare l’Evangelo di cristo, e dall’altra assume iniziative che contraddicono il "depositum fidei", come quella di permettere, e presenziare, proprio in Vaticano, lo svolgimento di una cerimonia pagana con tanto di effige priapica.
Sì, lo ribadisco in maniera filiale come potrei parlare di un nonno affetto da demenza senile, questo Papa, pare fuori di testa.
Come forse lo diventerò io quando avrò raggiunto la sua veneranda età.
È vero che esistono molti vegliardi ben più vispi di tanti giovani, ma non è il caso di Bergoglio in quanto, oltre ad andare (senza rendersene conto?) verso il burrone dell’eresia e alimentando il fumo di Satana, già presente nella Chiesa (per ammissione di Paolo VI, pontefice regnante dal 1963 al 1978), di sicuro non ha ancora partorito un pensiero almeno originale.
Solo banalità, le ripetitive banalità del vecchietto affetto da demenza senile.
Pertanto, a partire da ora guarderò a lui con compatimento profondo per le iniziative idiote che promuove, come si compatisce un vecchietto che ripete sempre le stesse fantasie partorite dalla sua mente annebbiata, attendendo che un barlume di coscienza o qualcos’altro lo induca a dimettersi (1), come ha fatto Benedetto XVI che, dicendosi atterrato dalla stanchezza fisica (ma ancora lucido mentalmente) e ritenendo di non avere le forze necessarie a sopportare il carico del Pontificato, si è ritirato.
Sì, ho spesso ricusato questo Anti-Papa e confermo la mia ricusazione: aver rispettosa pietà per un cervello annebbiato è doveroso, ma è altrettanto doveroso mettere in guardia chi lo ascolta e più ancora invocare l’anatema contro vescovi e prelati che assecondano quella mente confusa, probabilmente per scucire vantaggi o affermare non la Fede, ma l’ideologia che hanno abbracciato.
Non ci sono ragioni per ricusare la Chiesa, non saranno certo un Papa come Bergoglio e qualche prelato fellone a sminuirne anche la sua funzione salvifico/filosofica.
Le parole di Gesù Cristo sulla tenuta perpetua della Chiesa Sua Sposa, ossia sull’impossibilità che le forze degli inferi possano prevalere su di essa, è la nostra più grande ed insuperabile certezza: non prevalebunt!
Note
(1) La parola ‘dimissioni’, applicata ad un Papa di Santa Romana Chiesa come se fosse il presidente o l’amministratore delegato di una società per azioni, è qualcosa che non si può sentire, un’espressione tuttavia proporzionata all’ambiguità che ha caratterizzato la fine del “pontificato attivo” di Benedetto XVI.
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 3 Marzo 2020
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