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Coronavirus, ulteriore chiarimento sul decreto. Cosa si può fare e cosa no 
di Ninni Raimondi
 
Coronavirus, ulteriore chiarimento sul decreto. Cosa si può fare e cosa no 
Il nuovo decreto anti coronavirus in vigore fino al 25 marzo, che di fatto chiude gran parte delle attività commerciali e limita ulteriormente gli spostamenti ha creato non pochi problemi ai cittadini, che non hanno ben capito cosa fosse permesso e cosa vietato. Motivo per cui Palazzo Chigi ha aggiornato le Faq sul sito ufficiale del governo (potete consultarle qui) per chiarire i dubbi di interpretazione emersi dal decreto dell’11 marzo, con i nuovi provvedimenti per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Uno dei punti che più preoccupa i cittadini è quello relativo alla possibilità di uscire di casa, semplicemente per fare una passeggiata, magari in un parco. Ma anche se si possono organizzare feste o pranzi a casa, invitando parenti e amici. Ecco di seguito ulteriori precisazioni su divieti e permessi, fermo restando che vige l’ordine tassativo di restare il più possibile a casa. 
 
Autocertificazione: modulo compilato anche se si va a piedi 
Il modulo per l’autocertificazione è scaricabile dal sito del ministero dell’Interno. L’autocertificazione deve essere sempre compilata, anche per gli spostamenti a piedi. Se si tratta di spostamenti fissi (per esempio, per andare al lavoro o per l’assistenza a un familiare malato) si può utilizzare sempre lo stesso modulo indicando le cadenze. Se invece si tratta di spostamenti diversi, bisogna compilarne uno ogni volta che si esce. Se al momento del controllo non si è in possesso del modulo si può giustificare verbalmente lo spostamento. Ma attenzione, successivamente possono scattare i controlli per verificare se non si è dichiarato il falso. 
 
Si può prendere una boccata d’aria ma sotto casa e a distanza di sicurezza 
Dopo che ieri i cittadini hanno avuto difficoltà a interpretare il Dpcm, visto che il premier Conte non ha esplicitamente vietato di prendere una boccata d’aria, alla fine il governo ha precisato che le passeggiate “sono consentite purché circoscritte alla propria zona e comunque per una durata di tempo limitata”. Se si è in due bisogna mantenere una distanza di almeno un metro. 
 
Sì all’attività fisica all’aperto ma sono vietati gli assembramenti 
Un altro punto controverso del decreto è quello sullo sport all’aria aperta. Il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha spiegato su Twitter: “Per chiarezza in tema di coronavirus e comportamenti: lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti”. Poi sul sito del governo è arrivato il testo ufficiale: “Parchi e giardini pubblici possono restare aperti per garantire lo svolgimento di sport ed attività motorie all’aperto, a patto che non in gruppo e che si rispetti la distanza interpersonale di un metro”. Tuttavia ieri alcune amministrazioni locali hanno deciso di vietare l’accesso ad alcuni parchi. 
 
Sì alla bicicletta ma sempre rispettando la distanza di sicurezza 
E’ possibile uscire di casa per gettare i rifiuti “seguendo le normali regole già in vigore in ogni Comune” e si può uscire col proprio animale da compagnia “per le sue esigenze fisiologiche, ma senza assembramenti e mantenendo la distanza di almeno un metro da altre persone”. E’ possibile portare gli animali domestici dal veterinario “per esigenze urgenti”, mentre “i controlli di routine devono essere rinviati”. La bicicletta “è consentita per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza, nonché per raggiungere i negozi di prima necessità e per svolgere attività motoria. E’ consentito svolgere attività sportiva o motoria all’aperto anche in bicicletta, purché sia osservata una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. 
 
Documenti in scadenza, prevista proroga della durata 
Migliaia di cittadini hanno alcuni documenti in scadenza, in particolare la patente. Il decreto dispone la chiusura delle agenzie di pratiche e in ogni caso anche gli uffici dell’Aci sono chiusi tanto che sul sito è comparso un messaggio per informare che “dal 16 marzo 2020 sarà attivo un servizio di assistenza destinato ai cittadini privati, finalizzato a rispondere alle richieste di informazioni sul funzionamento degli Uffici Pra del territorio nazionale e sull’espletamento delle formalità Pra in questo periodo di emergenza sanitaria”. In ogni caso fonti del governo hanno già fatto sapere che tutti i documenti in scadenza saranno prorogati fino alla durata dei divieti imposti dal decreto. Rinviato invece il pagamento delle cartelle esattoriali in scadenza. 
 
Vietato andare nella seconda abitazione se non è un’emergenza 
Per chi era nelle seconde case al momento dell’entrata in vigore dell’ultimo decreto, il governo chiarisce che si può rimanere in quelle abitazioni se non si ha necessità di rientrare presso il domicilio principale, senza fornire alcuna comunicazione alle autorità. Ma attenzione, se si decide di rientrare presso l’abitazione principale, eventuali spostamenti successivi sono consentiti soltanto per motivi di grave emergenza come una perdita di gas o di acqua, un crollo o altre situazioni di rischio che necessitano interventi di riparazione. 
 
Possibile assistere i propri familiari con le dovute precauzioni 
Come è noto, è permesso andare ad assistere i familiari anziani oppure portare loro la spesa o i farmaci. L’importante è mantenere la distanza di un metro e utilizzare i dispositivi di protezione come guanti e mascherine. Ci sono limitazioni molto stringenti anche per andare a trovare i parenti ricoverati. Nel decreto è specificato che l’accesso di parenti e visitatori a ospedali, hospice, strutture residenziali per anziani, pronto soccorso è “limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura”, che è “tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. In particolare viene raccomandato di non entrare nelle sale di attesa dei pronto soccorso a meno che il parente non sia autosufficiente, visto che si tratta di luoghi maggiormente a rischio contagio. 
 
Niente cene tra amici o tra parenti né incontri tra bambini 
La notizia più brutta per le famiglie è la conferma che non si può partecipare alle cene con amici e familiari che non siano conviventi e che sono vietate le feste e gli eventi. In caso di incontro bisogna mantenere la distanza di sicurezza ed è opportuno indossare i dispositivi di protezione come guanti e mascherine. Il decreto vieta gli assembramenti, per evitare che le persone si riuniscano e che i contatti siano tanto ravvicinati da non consentire il rispetto di quelle misure che sono state suggerite dal comitato tecnico-scientifico per evitare il contagio.  
 
Gli esperti sconsigliano anche gli incontri tra bambini che certamente non sono in grado di rispettare le distanze di sicurezza e dunque potrebbero contagiarsi l’un l’altro. 
Licenza Creative Commons   13 Marzo 2020
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