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Coronavirus, la Cina ha mentito sul numero di morti e contagiati 
di Ninni Raimondi
 
 
Coronavirus, la Cina ha mentito sul numero di morti e contagiati. Ora è evidente 
La prova del nove è stata la diffusione del contagio in Occidente. Dati che lasciano pochi spazi a dubbi: la Cina ha mentito sul numero di morti e contagiati da coronavirus. Partiamo dalle statistiche diffuse in tempo reale dalla mappa dell’università Johns Hopkins. Al 30 marzo 2020 la Cina – luogo dove tutto è iniziato e dove il virus ha circolato per settimane se non per mesi prima che venissero prese delle contromisure – avrebbe meno di un terzo dei morti ufficiale dell’Italia, meno della metà della Spagna e a breve sarà superata anche da Iran e Francia. Anche il numero dei contagiati è sorprendente: la “nazione focolaio”, che è anche la più popolosa al mondo, ha avuto meno della metà dei casi che attualmente si registrano negli Stati Uniti e gli stessi della Spagna. 
 
Lo “strano” attivismo delle agenzie funebri di Wuhan 
A queste statistiche si aggiungono le notizie che arrivano in questi giorni da Wuhan. Nella megalopoli primo focolaio della pandemia, secondo le autorità del Celeste Impero sarebbero morte 2.535 persone. Eppure da quando il 23 marzo scorso sono state riaperte le case funerarie della città c’è uno strano sovraffollamento di parenti chiamati a ritirare le urne e piangere i loro cari. Stando a quanto riporta il quotidiano cinese Caixin, una sola agenzia funebre di Hankou – area urbana che costituisce una parte della conurbazione di Wuhan – avrebbe consegnato 5 mila urne cinerarie in un solo giorno.  
 
C’è poi un’altra stima che porterebbe ad almeno 42 mila il numero delle vittime da Covid-19 a Wuhan. E’ quella di Radio Free Asia – media con sede a Washington – che afferma che le sette agenzie funebri di Wuhan vorrebbero consegnare tutte le urne cinerarie entro il 4 aprile prossimo, data in cui i cinesi celebrano il Qingming, la giornata dedicata ai defunti, ad un ritmo di 3500 al giorno. Ecco da dove esce il numero dei 42 mila morti. C’è chi afferma però che la tesi di fondo di Radio Free Asia potrebbe non avere fondamento, in quanto le celebrazioni per il Qinming sono vietate e il governo nega anche ogni attività di pulizia delle tombe. Difficile insomma confermare il nesso tra l’attività più intensa delle agenzie funebri (fatto confermato) e la festività dei defunti. 
 
I morti potrebbero essere un numero imprecisato 
In ogni caso è impossibile fare una stima reale dei morti da Covid-19 in Cina, è possibile che siano 10 mila, 42 mila come affermato da Radio Free Asia ma anche 100 mila. Se pensiamo che anche in Italia il numero dei deceduti è pesantemente sottostimato – c’è chi sostiene ad esempio che a Brescia un numero molto alto di persone sia deceduto in casa senza nemmeno arrivare all’ospedale – le cifre in Cina, dove l’assenza di trasparenza è stata palese fin da gennaio, potrebbero essere molto più alte. Abbiamo visto scene in filmati provenienti da Wuhan con persone morte in strada, ospedali al collasso molto più che in Italia o in Spagna. La verità sui numeri cinesi probabilmente non si saprà mai. Ma si può affermare con certezza che l’attività delle agenzie funebri e le pile infinite di urne cinerarie raccontano una storia ben diversa da quella del governo. 
Licenza Creative Commons  30 Marzo 2020
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