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Passeggiata con i figli no, spesa con i figli sì 
di Ninni Raimondi
 
Passeggiata con i figli no, spesa con i figli sì 
Conte smentisce il Viminale e fa ancora più confusione 
 
Tutto chiuso fino a Pasquetta compresa.  
Il nuovo Dpcm firmato ieri sera dal premier Giuseppe Conte proroga le misure già in vigore, dalla sospensione delle attività ritenute non essenziali alle restrizioni sugli spostamenti al divieto di assembramenti. L’unica novità contenuta nel decreto-fotocopia riguarda il divieto di allenamento per atleti professionisti e dilettanti. “Una minima novità che abbiamo introdotto nel Dpcm – ha detto ieri sera Conte – riguarda le sedute di allenamento degli atleti. Sospendiamo anche quelle onde evitare che le società sportive possano pretendere l’esecuzione della prestazione anche solo nella forma di allenamento. Gli atleti potranno allenarsi in forma individuale”. 
 
Passeggiata con figli no, spesa con figli sì. La “precisazione” di Conte 
Il premier poi ha fatto delle precisazioni circa ciò che è permesso e ciò che è vietato, anche alla luce delle polemiche e dei fraintendimenti sulle varie ordinanze e dichiarazioni dei ministeri. A partire dalla questione della passeggiata con i figli, in merito alla quale di fatto Conte ha smentito il ministero dell’Interno. Infatti nei chiarimenti forniti ieri dal Viminale si dava la possibilità ai genitori di passeggiare con i bambini “in prossimità della propria abitazione” nel rispetto di tutte le norme del distanziamento sociale già in vigore. Ma ieri il premier ha chiarito: “Noi non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio coi bambini. In fase di interpretazione abbiamo semplicemente detto che se ci sono minori e se un genitore va a fare la spesa, allora quei minori possono accompagnare il genitore. Ma questo non vuol dire andare a spasso. Non c’è alcun allentamento delle misure restrittive, tanto più che proprio adesso stiamo vedendo i primi effetti positivi. Non dobbiamo abbassare la soglie di attenzione”.  
Una precisazione, se così si può definire, che apre un’altra questione: la possibilità di andare a fare la fila per entrare nei supermercati con i figli al seguito. Per chiarire un aspetto, insomma, Conte ha scoperchiato un nuovo vaso di Pandora. 
In ogni caso, alla luce delle parole del premier e della proroga delle misure già in vigore, ecco un riepilogo di cosa è consentito e cosa è vietato. 
 
Divieto di uscire di casa: le eccezioni 
Niente passeggiata con i più piccoli, anche per evitare che i nuclei familiari escano di casa nei fine settimana o in occasione delle festività pasquali. A tal proposito, rimangono chiusi i parchi, i giardini pubblici, le aree gioco e quelle per le attività ludiche. Si può uscire per portare il cane a fare i bisogni ma sempre rimanendo “in prossimità della propria abitazione e comunque per un tempo limitato”. Si può uscire per andare dal medico. E’ vietato spostarsi in un Comune diverso da quello in cui ci si trova se non per “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza, o motivi di salute”. Si può uscire per fare la spesa, andare in farmacia, acquistare altri prodotti di prima necessità, andare in edicola. Anche in un altro Comune se nel proprio non è possibile e comunque giustificando il motivo. Quando si esce, bisogna sempre portare con sé il modulo di autocertificazione. 
 
Divieto di spostamento nelle seconde case 
Anche alla luce di episodi di violazione delle restrizioni sugli spostamenti, si ribadisce che è vietato andare nelle seconde case a meno che si abbia “necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni”. 
 
Negozi: quelli aperti e quelli chiusi 
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, è confermato che restano aperti supermercati, negozi di alimentari, farmacie, edicole, benzinai, meccanici, ferramenta, negozi di computer, cellulari, televisori, elettrodomestici. Restano invece chiuse le “attività inerenti i servizi alla persona”: parrucchieri, barbieri, centri di estetica. Serrande abbassate anche per i negozi di abbigliamento. Restano chiuse anche palestre, piscine, sale bingo, sale giochi. Chiusi cinema, teatri, musei, bar e ristoranti. Autorizzata la consegna di cibo a domicilio, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e sul distanziamento sociale. 
 
Sospese tutte le attività produttive non essenziali 
Sospese tutte le attività produttive ritenute non essenziali, compresi i cantieri edili (ad eccezione però di quelli per manutenzione e ricostruzione delle infrastrutture, come quello de nuovo ponte a Genova). Restano aperti uffici postali, banche, call center, agenzie assicurative. Gli studi legali e di ingegneria possono lavorare ma con l’obbligo di favorire lo smart working, il lavoro da casa. 
 
Divieto di eventi pubblici e assembramenti 
Restano vietati gli eventi pubblici e gli assembramenti, compresi i funerali. A quanto pare, sarebbero consentiti i matrimoni ma a “porte chiuse”: devono essere presenti soltanto gli sposi e i testimoni, mantenendo la distanza di sicurezza. Banchetti di nozze e festeggiamenti restano però vietati. 
 
Ancora una volta comunicazioni confuse e pericolose 
In conclusione, fermo restando quanto chiarito circa divieti e permessi, le parole di Conte sul divieto di fare la passeggiata con i figli ma la possibilità di andare a fare la spesa con loro sono l’ennesima prova di una comunicazione confusa, contraddittoria, che non fa che alimentare dubbi e angosce nei cittadini, già messi a dura prova dall’obbligo di quarantena nelle proprie abitazioni. Per non parlare della questione sicurezza pubblica: non ha senso tenere le scuole chiuse per evitare i contagi – considerato che i bambini sono degli “untori” formidabili – e permettere che vadano in giro per fare la fila nei supermercati. Questo per dire che non è esclusa una nuova puntata di questa tragica commedia degli equivoci, in cui magari medici ed esperti consiglieranno a Conte di precisare che i più piccoli debbano restare in casa in ogni caso. 
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