Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie..
Un positivo al coronavirus tra i clandestini portati dalla Ong Sea Watch 
di Ninni Raimondi
 
La nave Ong Sea Watch, ancorata nelle acque di Porto Empedocle (provincia di Agrigento), è in quarantena per evitare possibili altri casi di contagio da coronavirus. Infatti a bordo c’era un immigrato positivo, come confermato ieri sera. C’è il rischio quindi che una volta a bordo della famigerata nave da quarantena Moby Zazà abbia contagiato altri immigrati. Infatti il clandestino proviene proprio dalla Sea Watch arrivata domenica scorsa nel porto siciliano. 
 
La nave della Ong tedesca aveva a bordo 211 clandestini 
La nave della Ong tedesca ha attraccato domenica mattina scorsa dopo aver recuperato al largo della Libia ben 211 immigrati irregolari in tre diverse operazioni in sole 48 ore. L’Ong, dopo aver ricevuto il via libera dalle autorità italiane per approdare nel porto siciliano, ha dovuto attendere per tutto il giorno prima di trasferire gli immigrati a bordo della Moby Zazà perché tra le persone a bordo della Sea Watch c’era un sospetto caso positivo. Poi in serata a è arrivato l’esito negativo del tampone e i 211 clandestini sono stati trasferiti sulla lussuosa nave quarantena (scambiata nei giorni scorsi da una normale nave da crociera piena di turisti dal viceministro Cancelleri), dove c’erano altri immigrati provenienti da sbarchi al porto di Lampedusa. 
 
Ieri la conferma del contagio 
Falso allarme, quindi. Ma poi ecco che nella notte tra lunedì e martedì un immigrato a bordo della Moby Zazà ha accusato sintomi da tubercolosi. Immediatamente trasferito all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, l’uomo è stato sottoposto a tampone risultato poi positivo al coronavirus. Ieri sera, nel bollettino diramato dall’Asp di Caltanissetta è arrivata la conferma di un nuovo caso di coronavirus dopo sei giorni di test negativi. E si tratta proprio dell’immigrato, ora ricoverato al reparto malattie infettive dell’ospedale. 
 
Possibile un secondo caso positivo 
A quanto pare, anche un secondo immigrato, sempre imbarcato sulla Sea Watch, è stato trasferito all’ospedale di Caltanissetta. Ma per lui si è ancora in attesa dell’esito del test per stabilire se sia positivo al coronavirus. In mattinata, inoltre, sono stati fatti i tamponi a tutti i clandestini a bordo della Sea Watch. E anche per loro si è in attesa dell’esito. 
 
La Ong tedesca si lamenta perché deve stare in quarantena 
Dal canto suo, la Ong ieri su Twitter ha annunciato di aver ricevuto l’indicazione non ufficiale di dover effettuare la quarantena a largo di Porto Empedocle. Poi, in serata, la comunicazione ufficiale, in cui si lamenta una disparità di trattamento rispetto alle altre navi-taxi dei clandestini: “Abbiamo ricevuto una mail da parte dell’Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) che ci comunicava l’obbligo di effettuare la quarantena. Siamo rimasti un po’ stupiti, anche per una differenza di trattamento con altri casi. In questo momento l’equipaggio è isolato e attendiamo che la situazione si sblocchi“. Così Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, contestando la decisione: “Sono stati adottati tutti i protocolli di sicurezza nelle operazioni di salvataggio – sostiene la Linardi – ed è per questo che non comprendiamo le ragioni del provvedimento che, peraltro, è pervenuto solo via mail. Attraverso il nostro legale Leonardo Marino stiamo cercando di avviare dei contatti con le autorità sanitarie per sbloccare la situazione, magari all’esito dei test sanitari”. Il problema per la nave e i 20 componenti dell’equipaggio è che se deve restare in quarantena non può andare a recuperare altri clandestini da scaricare poi in Italia. 
 
La nave Mare Jonio non è stata messa in quarantena 
In ogni caso, Sea Watch si riferisce alla nave italiana Mare Jonio della Ong Mediterranea, vicina ai centri sociali. L’imbarcazione è giunta a Pozzallo sabato scorso con 67 immigrati irregolari recuperati a largo di Lampedusa. Ebbene, i componenti dell’equipaggio sono stati ricevuti dal sindaco Roberto Ammatuna e, dopo i lavori di manutenzione ordinaria, la nave riprenderà il largo alla volta delle coste libiche. Decisione contestata dal deputato leghista Eugenio Zoffili, presidente della commissione Schengen. “Secondo me, in questo periodo di emergenza, e io vengo dalla Lombardia, deve esserci massima attenzione per ogni tipo di equipaggio e di arrivo senza distinzioni, verificheremo anche questa situazione“, riferendosi alla mancata quarantena per l’equipaggio della Mare Jonio. 
Licenza Creative Commons  24 Giugno 2020
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019