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All’armi! 
di Ninni Raimondi
 
ALL’ARMI! 
 
all’armi, all’armi siam fascisti …”, chi conosce le mie idee che ho sempre onorato come fa chi onora sé stesso, sa cosa intendo dire. 
 
Non voglio essere presago di sciagure come una Erinni di Kakaia, ma la situazione presente, pur per motivi e ragioni diverse, evidenzia quel disordine sociale e politico al quale fu posto fine il 28 ottobre del 1922. 
La situazione di oggi non è grave, è ormai disperata e disperante.  
Sono saltate le regole costituzionali, sono conculcati i diritti e le libertà fondamentali, l’economia si volge ad un disastro peggiore di quello conseguente ad una guerra persa male. 
Il territorio dello Stato è preda di invasioni illimitate e incontrollate, l’ordine pubblico non è più contenibile, delitti e corruzione dilagano anche là dove nessuno avrebbe mai immaginato: nella magistratura. La “giustizia” è arma di lotta politica tra bande. I poveri aumentano come i valori di riferimento dispariscono. L’orizzonte è fosco. Il peggio deve ancora venire con la ormai palese volgare strumentalizzazione da parte di un governo imbelle, di una emergenza epidemica ormai scomparsa e comunque fronteggiabile sul piano terapeutico. 
 
Tutto ciò è voluto deliberatamente da un governo che con una inventata e alimentata emergenza (clandestini affetti da Covid-19), cerca di rimanere a galla in un mare di merda. 
Ma che si può dire di un governo presieduto da un incapace professore pugliese e composto da storici all’Economia, ignoranti e braccianti all’Agricoltura, “mindless” alla Salute, complici oggettivi nel caporalato all’Interno, ed altri non meno ignoti e incapaci. 
Il peggio deve venire: non bastano i “confinamenti” a casa, la limitazione delle libertà personali, la mortificazione del lavoro, la crescita della povertà e il disagio esistenziale. Non sono bastati i protocolli terapeutici errati, le elargizioni di pubblico denaro ad un filibustiere come Bill Gates, gli accordi illeciti per favorire le Case farmaceutiche. Ora si annuncia l’arrivo del vaccino obbligatorio contro il Covid-19. Ricordo solo l’avvertimento della naturopata tedesca Anette Lillinger: il vaccino anti Covid che si sta predisponendo provocherà danni genetici irreversibili. Tutto è previsto per una operazione di largo sterminio che favorisca industrie farmaceutiche delinquenziali e progetti politici che farebbero impallidire Gengis Khan. 
 
E il governo che ha fatto? Ha organizzato a Villa Doria Pamphili una riunione di improbabili personaggi. L’hanno chiamata “Stati Generali”. L’incauta scelta del nome mi auguro possa essere profetica di ciò che accadde nella Francia di Luigi XVI nel 1789. 
Ma il responsabile di tutto questo disastro è sempre il solito figlio di Bernardo Mattarella del quale non dirò più nulla perché ormai si è capito chi è nella sua difesa parossistica di questa Unione europea e dell’euro che ci strangola. 
Lui è indifferente al fatto che l’Italia sia ormai internazionalmente coperta di ridicolo ed abbia una considerazione pari a quella che si può avere per una scoreggia. 
Lui tace, preclude nuove elezioni politiche per le ragioni che ormai tutti hanno capito, e ricorda tragicamente l’orchestrina sul Titanic. 
 
Una sola richiesta ho per lui: si dimetta, liberi l’Italia dalla sua presenza e si faccia dimenticare dalla maggioranza di questo Popolo che gli manifesta aperta sfiducia. 
L’esilio non compromette la dignità.  
Chiedo perdono a Lucio Quinzio Cincinnato per il paragone, ma con la scelta dell’esilio non compromise la sua dignità. 
 
Sono fermamente repubblicano, repubblicano sociale, ma devo pur ricordare che Re Umberto II ebbe la regale dignità e la generosa saggezza politica di scegliere volontariamente l’esilio per evitare una seconda sanguinosa guerra civile.  
È chiaro cosa si dovrebbe fare ma purtroppo la coscienza nazionale anestetizzata porta la gente a concentrarsi sui “ponti” e, per chi se lo può ancora permettere, sui fine settimana di vacanze.  
 
Non sono Cassandra, ma di nuovo avverto: il peggio deve ancora venire. 
Licenza Creative Commons  5 Luglio 2020
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