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Coprifuoco, Salvini e Meloni in pressing per abolirlo 
di Ninni Raimondi
 
Coprifuoco, Salvini e Meloni in pressing per abolirlo. Lo schiaffo da Palazzo Chigi: “E’ punto fermo” 
 
Comincia il pressing del centrodestra per l’eliminazione del coprifuoco. Non casualmente il leader della Lega, Matteo Salvini, subito dopo il rinvio a giudizio per il caso Open Arms ha introdotto l’argomento, ancora sull’uscio del tribunale palermitano, a significare la centralità di questa richiesta politica. «Proviamo ad andare a eliminare il coprifuoco» ha dichiarato alla stampa uscendo dall’aula bunker. Ed è poi tornato sul punto, sui suoi canali social. «Riapertura bar, ristoranti, attività sportive, economiche e culturali all’aperto entro aprile. Fatto. Prossimi obiettivi: anticipare riaperture al chiuso e cancellare il coprifuoco delle 22. Avanti, non si molla». 
 
Il pressing sul Premier Mario Draghi era iniziato già nella infuocata cabina di regia, presente il Ministro leghista Giorgetti il quale aveva fatto rilevare la assoluta incongruità logistica di questa misura, così gravemente lesiva per le attività di ristorazione. Ed in effetti ad oggi nessuno ha mai davvero spiegato il senso scientifico del coprifuoco, se non la sua natura di controllo sociale per evitare, semplicemente, che la gente stia fuori di casa. 
 
Contro il coprifuoco spara ad alzo zero anche la leader di FdI, Giorgia Meloni, la quale osserva: «Misure come il coprifuoco, misure sulla limitazione della libertà personale degli individui in una nazione libera e democratica non sono concesse al governo, non è nelle prerogative del governo stabilire se e quando puoi uscire di casa». Ha poi proseguito: «noi siamo stati responsabili, perché siamo stati un popolo serio, ma dopo oltre un anno non è più consentito chiudere la gente dentro casa, oltre tutto se non ci sono delle ragioni per farlo, perché il coprifuoco con il Covid non c’entra niente». Le restrizioni come il coprifuoco «sono prove generali per educarti a fare quello che il governo pensa tu possa e debba fare, ma la limitazione delle libertà fondamentali in una nazione come la nostra dopo un anno e mezzo non è più tollerata e tollerabile. Quindi basta coprifuoco. Per un fatto di principio, perché è un precedente gravissimo e perché ovviamente è pure una presa in giro che puoi andare a cena ma alle 10 devi stare a casa». 
 
Non tutto il centrodestra sembra però compatto sul chiedere la eliminazione senza se e senza ma dell’obbligo di stare in casa dalle ore 22 alle 5. Il ministro Gelmini, di Forza Italia, sposa infatti la linea del Premier Draghi, ovvero quella della prudenza e del «rischio calcolato». «Il governo si è assunto la responsabilità vista la riduzione del numero dei contagi e l’aumento delle vaccinazione di procedere a progressiva e graduale riapertura delle attività economiche all’aperto a partire dal 26 aprile e quindi complice la bella stagione sarà possibile progressivamente tornare al ristorante, al bar, a frequentare i luoghi dello sport, i teatri e le manifestazioni all’aperto», ha dichiarato, lasciando intendere che il ritorno alla normalità deve, per ora, essere graduale. 
 
Sulle pressioni di parte del centrodestra interviene lapidario il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che invita a non correre sul coprifuoco visto che «i numeri non sono ancora così buoni da abbattere le restrizioni», assicurando però che «le riaperture sono ‘irreversibili: non dovremo più temere di dover chiudere». Insomma, il coprifuoco alle 22, ha fatto sapere ieri sera Palazzo Chigi, resterà in vigore almeno fino al prossimo 30 maggio. «È un punto fermo». 
 
19 Aprile 2021