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Sei milioni di italiani hanno “paura di tutto” 
di Ninni Raimondi
 
Sei milioni di italiani hanno “paura di tutto”: così lockdown e catastrofismo ci rendono insicuri 
 
Soli, isolati, ansiosi, depressi e fobici: soprattutto la paura è il comun denominatore per almeno 6 milioni di italiani che emerge dall’ultimo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia  di Censis e Federsicurezza. 
Un italiano su dieci, in casa o fuori, vive cioè «costantemente in stato d’ansia». Fenomeno che rivela una drammatica prevalenza nelle donne: sono quasi 5 milioni, il 17,9% della popolazione femminile complessiva. Ma la paura serpeggia anche tra i giovani: 1,7 milioni, pari al 16,3% degli under 35. 
 
La paura è un regalino della comunicazione pandemica 
«Si tratta di sentimenti fortemente condizionati dalla paura del contagio», spiegano gli autori del Rapporto. «La sfera sanitaria peserà sempre di più nelle nostre vite. Quando le restrizioni saranno allentate, le piazze dovranno poter tornare a riempirsi in tranquillità». Un «regalino» della comunicazione «pandemica» degli ultimi 14 mesi, tutta a base di catastrofismi, toni apocalittici, terrorismo mediatico, criminalizzazione dei comportamenti e stigmatizzazione dei più elementari bisogni della popolazione. 
 
Le donne sono le prime vittime della paura (e non solo) 
Un altro regalino di lockdown e restrizioni, invece, è stato l’aumento delle forme di violenza domestica nei confronti delle donne: durante i mesi di confinamento, infatti, le richieste di aiuto al numero antiviolenza e stalking 1522 hanno compiuto un balzo in avanti del 71,9% rispetto all’anno prima: 23.071 contro le 13.424 dello stesso periodo nel 2019. 
Le fobie si sono letteralmente impossessate delle donne italiane: del campione intervistato, il 75,8% dichiara di aver paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici di sera. L’83,8% ha paura di frequentare luoghi affollati, l’88,5% ha paura di incontrare persone sconosciute sui social network. Il 76,3% ha paura di postare immagini sui social. Infine, quasi una donna su 4, il 22,5% del totale, ha paura di stare a casa da sola di notte. Permane quindi un radicato senso di insicurezza, di abbandono da parte dello Stato, di «terrore pandemico» trasmesso da una cattiva comunicazione da parte di istituzioni e media allineati. 
 
Calano molti reati ma non le fobie  
Lo conferma il fatto che nonostante il calo dei reati — sempre dovuto alle restrizioni — del 18,9% in meno rispetto all’anno precedente, due terzi degli italiani (il 66,6% del campione) temono come in precedenza di rimanere vittime di un reato. Addirittura, per il 28,6% questa paura è aumentata. Scendendo nei particolari, il 75,4% degli italiani afferma di non sentirsi sicuro nei luoghi affollati. Il 59,3% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici dopo le 8 di sera. 
Le misure restrittive che in questi 14 mesi hanno relegato la popolazione dello Stivale a una dimensione più casalinga hanno causato, inevitabilmente, il boom dei reati informatici.  
 
Isolati nelle proprie case, sempre più soli, gli italiani sono diventati iperconnessi: un’occasione d’oro per la criminalità di aggiornare le proprie modalità di azione.  
Nel 2020 sono state infatti commesse 241.673 truffe e frodi informatiche: il 13,9% in più rispetto al 2019. 
 
21 Aprile 2021