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Coprifuoco e riaperture, Draghi ignora le richieste delle regioni. 
di Ninni Raimondi
 
Coprifuoco e riaperture, Draghi ignora le richieste delle regioni. Decreto già in vigore e senza modifiche 
 
Draghi ignora le richieste delle regioni: il decreto Riaperture entra in vigore oggi senza modifiche sul coprifuoco e sul rientro a scuola. Ieri i governatori si erano riuniti in una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni per decidere la linea da adottare con Palazzo Chigi. Alla fine in una lettera rivolta al premier i governatori hanno chiesto un incontro per rivedere le misure del decreto prima della sua pubblicazione. Ma così non è stato. 
 
Ignorate le richieste delle regioni, decreto Riaperture pubblicato in Gazzetta ufficiale 
Il decreto legge Riaperture è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il provvedimento, che prevede riaperture graduali dal 26 aprile, è in vigore da oggi, 23 aprile. Draghi dunque ha respinto la richiesta dei governatori di limare le misure del decreto legge. Il provvedimento, bollinato, non cambia. Dopo l’astensione dal voto da parte della Lega sul decreto al Consiglio dei Ministri, proseguono però le tensioni nel governo, ora alle prese pure con l’ira dei governatori. 
 
La richiesta di posticipare il coprifuoco alle 23 
Le regioni avevano chiesto di posticipare il coprifuoco – misura allo stato attuale illogica e iniqua – alle 23 e che potessero riaprire anche i ristoranti al chiuso sia a pranzo che a cena. “In ragione dell’approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall’ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali – si legge nella lettera -, si propone di valutare il differimento dell’interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23”. 
 
Lo strappo sulla scuola 
Lo strappo però c’è stato sul fronte della scuola, perché a detta del presidente della Conferenza delle Regioni, il premier in sede di Cdm ha modificato gli accordi presi con gli enti locali. “L’aver cambiato in Cdm un accordo siglato da noi con i Comuni e le Province sulla presenza di studenti a scuola è un precedente molto grave“, è l’attacco di Massimiliano Fedriga. Un gesto che ha “incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni“, spiega il governatore del Friuli Venezia Giulia. il nodo è sulla percentuale del ritorno in presenza degli studenti delle superiori. Alla sua approvazione, nel decreto la percentuale sulla presenza in classe dei ragazzi delle superiori in zona gialla e arancione è salita al 70%, rispetto al 60% inizialmente concordato con i governatori. 
 
Non solo studenti e ristoratori. Sul tavolo delle richieste delle regioni, visto l’arrivo della bella stagione c’è anche la programmazione di riaperture del settore dei matrimoni. Ma anche la riapertura delle piscine al chiuso oltre alla ripresa degli allenamenti individuali nelle palestre già da lunedì 26 aprile. 
 
La lettera delle regioni a Draghi 
Da qui la decisione dei governatori di inviare una lettera con la richiesta di “un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento”. I toni della missiva sono duri, le regioni esprimono amarezze per la decisione del governo di ignorare le richieste e di non concedere un incontro. “E’ stato un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di governo“, si legge nella missiva indirizzata al presidente del Consiglio. In attesa di una risposta del premier, Fedriga dal canto suo si dice “convinto che alle prossime settimane ci potrebbe essere una revisione”. 
 
Palazzo Chigi assicura che darà un chiarimento alle regioni 
Palazzo Chigi fa sapere che il governo darà un chiarimento alle regioni. L’auspicio dei presidenti di Regione è che si arrivi a un compromesso, con una sorta di “tagliando” periodico del decreto. In modo tale che se i numeri di contagi, ricoveri e vaccinazioni lo permetteranno, si potranno rivedere le varie misure sulle riaperture. Compresa quella sul coprifuoco, che per ora resta alle 22 fino al 1 giugno. Dunque i governatori si augurano che ogni due settimane si farà il punto per rivedere le misure del decreto. Il primo sarà a metà maggio. 
 
“Tagliando” del decreto ogni due settimane 
“Tagliando” del decreto ogni due settimane: che possa essere questa la soluzione lo conferma anche il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, che tenta una mediazione. “Il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, modificando periodicamente nel dl sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco“. E sulla scuola, la Gelmini chiarisce: “Nel decreto è scritto il 70% ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”. 
 
Da lunedì gran parte delle regioni passeranno in zona gialla 
Le nuove aperture di lunedì sono già state annunciate con certezza da alcune regioni con dati in netto miglioramento, come Lazio e Liguria. Ma stando ai dati attuali, dovrebbero passare in zona gialla anche Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria e Veneto – oltre alle province autonome di Trento e Bolzano. In zona arancione resterebbero invece Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Toscana. A rischiare infine di restare in zona rossa sono Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta. Oggi pomeriggio si conoscerà la loro sorte, sulla base dei dati del monitoraggio della cabina di regia Iss-ministero della Salute e le consuete ordinanze del ministro Speranza. 
 
23 Aprile 2021