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Astrazeneca, ennesimo contrordine 
di Ninni Raimondi
 
Astrazeneca, ennesimo contrordine: verso lo stop sotto i 50 anni 
 
Verso lo stop del vaccino Astrazeneca sotto i 50 anni. Il governo potrebbe dare ascolto agli allarmi lanciati da diversi esperti circa i rischi che superano i benefici nella somministrazione nei più giovani. Il vaccino anglo-svedese, da mesi al centro di decisioni altalenanti da parte delle varie agenzie del farmaco di tutto il mondo, è collegato a episodi seppur rarissimi di trombosi nei giovani, soprattutto donne. La corsa dei giovani al vaccino negli open day – in cui è stato somministrato spesso Astrazeneca – ha allarmato chi da sempre, come l’immunologa Antonella Viola, ritiene “sbagliatissimo” dare il preparato anglo-svedese agli under 50. 
 
Astrazeneca, verso lo stop sotto i 50 anni 
L’ipotesi al vaglio dunque è di non somministrare le dosi sotto i 50 anni perché, come abbiamo detto è pericoloso. Infatti la quasi totalità dei rarissimi casi di trombosi associata a carenza di piastrine, eventi culminati anche con la morte in seguito a emorragie cerebrali, hanno colpito nel mondo persone giovani, soprattutto donne. Non è escluso che si possa scendere anche ai 30 o 40 anni, età in cui – secondo il parere di diversi esperti – il rischio di effetti gravi del vaccino supera il beneficio di non ammalarsi di Covid. 
 
Ieri la riunione di Speranza con Cts e Aifa 
Allo stato attuale il vaccino anglo-svedese è raccomandato sopra i 60 anni ma l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, non ha espressamente sconsigliato l’utilizzo sotto questa fascia d’età. Ecco perché la questione è finita ieri sul tavolo di una riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts), con il ministro della Salute Roberto Speranza e il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini. Resta dunque da capire quali saranno le prossime indicazioni sull’utilizzo del vaccino, già al centro di una serie di stop a seguito dei sospetti sui gravi effetti collaterali che può scatenare. Molti esperti ritengono che l’Aifa debba pronunciarsi ancora, con indicazioni chiare. C’è anche un’altra questione: se chi sotto i 60 anni che ha già ricevuto la prima dose di Astrazeneca farà anche la seconda o passerà a un vaccino a Rna messaggero (Pfizer o Moderna) che non ha controindicazioni. 
 
Open day nel mirino 
Nel mirino ci sono dunque gli open day, aperti a tutti, dove sono accorsi anche giovanissimi (che puntano al green pass per andare a ballare in discoteca). In molti casi è stato somministrato Astrazeneca, come alla 18enne di Genova ricoverata per grave trombosi e già operata due volte. In tal senso le regioni non hanno seguito tutte la stessa strada, spesso non tenendo conto dell’indicazione dell’Aifa di dare Astrazeneca preferibilmente agli over 60. E’ il caso del Lazio, che ha aperto le prenotazioni libere per tutti per una nuova open week a base di Astrazeneca, da oggi a domenica. Al contrario i governatori di Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e Veneto, Luca Zaia, non fanno open day a base di Astrazeneca. Stessa cosa il presidente della Sardegna Christian Solinas, che non fa somministrare il vaccino anglo-svedese agli under 60. 
 
Sileri: “Limiti soltanto sotto i 30-40 anni” 
A sentire il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, sarebbe il caso di porre limiti soltanto sotto i 30-40 anni. “Non farei una revisione oltre queste età perché il rapporto rischi-benefici è ancora a favore del secondo anche in una fase di bassa circolazione del virus”.  “Credo che nuove indicazioni siano opportune – prosegue il sottosegretario -. Io a 49 anni faccio il vaccino e faccio Johnson & Johnson. Comunque le valutazioni le lascerei agli scienziati”. 
 
L’Ema ha sempre detto che il vaccino anglo-svedese va bene per tutti 
Infine, c’è la questione Ema. L’Agenzia europea per i medicinali non ha sconsigliato la somministrazione di Astrazeneca per genere o fasce d’età, come più volte ricordato dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Come è noto, il vaccino in questione è stato somministrato a milioni di cittadini del Regno Unito e uno studio pubblicato su Science mostra che tra i 20 e i 29 anni il rischio di trombosi era di 1,1 ogni 100mila. I rischi, dunque, seppur bassi ci sono. Ecco perché ora il governo dovrà riaprire ancora una volta il capitolo Astrazeneca, con un nuovo stop. 
 
10 Giugno  2021