Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie.. 
Gualtieri al centro sociale 
di Ninni Raimondi
 
Gualtieri al centro sociale, dopo le polemiche lui si difende  
Ma la toppa è peggio del buco 
 
Finito al centro di una polemica, politica ma non solo, dai toni decisamente accesi per la sua partecipazione al confronto tra candidati alle primarie PD nel centro sociale Spin Time Labs, l’ex ministro delle Finanze e ora candidato a Sindaco di Roma Roberto Gualtieri cerca malamente, dopo aver incassato, di uscire dall’angolo. «Un sindaco serio va dove ci sono i problemi e cerca di risolverli», dichiara. 
Con buona pace dei problemi sociali evocati, Spin Time Labs è una occupazione, in Via di Santa Croce in Gerusalemme, nel cuore di Roma, che oltre ad ospitare centinaia di occupanti, spesso immigrati irregolari, è salita agli onori delle cronache per le feste rigorosamente abusive che la rendono, di fatto, una discoteca esentasse. Con buona pace degli esercenti regolari che si devono districare tra tasse, autorizzazioni, Siae e da ultimo restrizioni anti-covid. Dell’occupazione si era occupato anche Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa che aveva riattaccato la corrente, dopo che gli occupanti, accumulato un debito da 300.000 euro, se l’erano vista togliere. 
 
La mossa di Gualtieri ha indignato chiunque  
Viste le attività che nei fatti hanno reso quel centro sociale una sorta di locale alternativo per feste, e vista la illegalità non solo della occupazione abusiva ma anche delle feste che vi si tengono, le polemiche non hanno riguardato soltanto il fronte politico ma anche quello delle categorie produttive, tra cui si segnala la forte reazione di Confedilizia, la associazione di tutela della proprietà immobiliare, che col suo Presidente ha stigmatizzato sui social l’iniziativa. 
 
E lui prova a difendersi 
La difesa di Gualtieri è un piccolo capolavoro del doppio standard morale della sinistra, non solo capitolina. Dai microfoni di L’Aria che Tira Estate, su La7, il candidato ha sostenuto che «nella Capitale il disagio e la precarietà abitativa riguardano migliaia di persone» per poi subito dopo aggiungere che è necessaria «una via di uscita a questo problema». «Il piano sgomberi attuale — ha proseguito, nel tentativo di passare al contrattacco contro la linea tenuta dalla Raggi — non ha funzionato, si sgombera ma contemporaneamente di deve trovare una soluzione alternativa». 
 
Gualtieri accusa la Raggi 
E in effetti la sensazione di un tentato affondo contro la attuale giunta diventa certezza quando Gualtieri ha detto della Raggi, «ha intrapreso una vera e propria guerra al mondo dell’associazionismo, del volontariato, del terzo settore e del privato sociale». Nemmeno una parola su feste, rave e concorrenza sleale fatta agli esercenti regolari, come se fosse normale che nel cuore di una città si possano registrare isole fuori da qualunque canone di legge. Se l’occupazione fosse stata di altro segno siamo certi che non sarebbe stato così indulgente. 
 
Vuole solo i voti dei centri sociali 
Ma quale è la ricetta di Gualtieri? «Sulla casa abbiamo il dovere di realizzare un grande patto del diritto all’abitare, della proprietà» con «un piano straordinario per l’edilizia sociale», ha proseguito il candidato Pd. Ma il paradosso lo raggiunge dopo quando dichiara «In questi anni la politica per la casa è stata tenuta ferma, ci sono 55mila famiglie tra difficoltà e precarietà abitativa, 11mila persone in graduatoria che non scorre per avere casa», parlando poi di non meglio precisate «occupazioni criminali, che vanno contrastate con fermezza». E quali sarebbero mai? Considerando che reputa Spin Time Labs una esperienza positiva? 
 
«In quel posto ci sono centinaia di persone, di bambini e infatti non sono stati sgomberati perché non si può». «Il diritto alla proprietà deve poter essere esercitato pienamente ma se in contrasto con il diritto alla casa avviene che gli sgomberi non si possono fare». Una linea che sembra avere un unico filo logico: il tentativo di accattivarsi i voti dei centri sociali. Chissà se anche per il palazzo occupato di Via Napoleone III avrebbe lo stesso riguardo nei confronti delle famiglie con bambini. 
19 Giugno  2021