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In Ucraina una città cambia il suo nome in New York  
di Ninni Raimondi
 
In Ucraina una città cambia il suo nome in New York 
 
Dal 1° luglio anche anche l’Ucraina avrà la sua New York. Questo infatti sarà il nuovo nome di Novhorodske, cittadina di poco più di 10mila abitanti situata nell’est del paese a meno di 50 km da Donetsk, capitale dell’omonima Repubblica popolare che ha dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina con un referendum nel 2014. Sul cambiamento di nome si è espresso il parlamento ucraino (Verkhovna Rada) con 301 voti favorevoli alla risoluzione che chiedeva di “rinominare l’insediamento di tipo urbano Novgorodskoye nel distretto di Bakhmutsk della regione di Donetsk con il nome di New York”. 
 
New York in Ucraina, una vecchia storia 
La città fu originariamente fondata nel XVIII secolo proprio con il nome di New York, quando ancora la città americana si chiamava Nuova Amsterdam. I primi abitanti furono mennoniti tedeschi, seguaci di una delle più antiche chiese protestanti formatasi dopo lo scisma, invitati in Russia dall’Imperatrice Caterina II. Con l’avvento del regime sovietico i mennoniti furono deportati nell’estremo oriente del paese e il nome della città venne cambiato nel 1951, durante la Guerra Fredda, in Novgorodskoye. 
 
Il ritorno al nome di New York è stato celebrato dall’ambasciata Usa in Ucraina che ha twittato: “Congratulazioni alla gente di New York, regione di Donetsk. Un motivo in più per celebrare il nostro stretto legame. Siamo grandi fan del tuo nuovo nome!”. 
 
Dal 2015 le autorità ucraine hanno cominciato a rinominare strade, piazze e monumenti in seguito all’approvazione di una legge che vieta i simboli sovietici, successivamente integrata per mettere al bando anche i tutti nomi risalenti all’epoca dell’Impero Russo. 
 
L’Occidente non vuole Kiev (che ancora dipende da Mosca) 
Dall’inizio del conflitto in Donbass, scoppiato in seguito al colpo di Stato del 2014, il governo ucraino sta portando avanti una massiccia campagna propagandistica nel tentativo di indebolire gli storici legami con la Russia e creare nuovi ponti con l’Occidente. Questa narrativa cozza però con una realtà dei fatti che vede a tutt’oggi l’Ucraina come un Paese con una fortissima dipendenza dalla Russia in campo energetico, commerciale (Mosca è al tempo stesso il primo cliente e il primo fornitore di Kiev) e dove quasi metà della popolazione parla il russo quale lingua principale. 
 
Viceversa ad ovest nonostante le dichiarazioni di circostanza non c’è nessuna reale intenzione di integrare l’Ucraina né nella Ue né nella Nato. In entrambi i casi infatti Kiev con una economia disastrata e un conflitto aperto in Donbass porterebbe in dote soltanto problemi. Emblematico è il caso della campagna vaccinale Covid, dove il governo ucraino è stato costretto ad accordarsi con la Cina dopo le porte in faccia ricevute da Europa e Stati Uniti. Il rischio quindi è che la crescente frustrazione per le aspirazioni occidentali mancate spinga il Paese verso un ulteriore divisione interna. 
5 Luglio  2021