Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie.. 
La fonte più pulita? Il nucleare 
di Ninni Raimondi
 
La fonte più pulita? Il nucleare: adesso la sinistra (in ritardo) si sveglia 
 
C’è voluta tutta la retorica di Greta, del gretinismo e dell’ambientalismo un tanto al kg per far riscoprire ad una sinistra da sempre in ritardo sui tempi nientemeno che…il nucleare. La fonte, cioè, più pulita in assoluto. O almeno, la più pulita se non vogliamo abbandonarci ad una decrescita fatta di rinuncia alla disponibilità di energia. Circostanza, quest’ultima, che cozzerebbe assai con la narrazione che sta spingendo in maniera massiva verso la mobilità elettrica. Con non poche contraddizioni al riguardo, pensiamo ad esempio all’Olanda che fa andare le sue automobili a batteria…a carbone. 
 
Internazionale cambia idea: adesso il nucleare va bene 
internazionale nucleareAd aprire le danze è il settimanale della sinistra global e radical chic Internazionale, che offre il suo appoggio al nucleare direttamente in prima pagina nell’ultimo numero della rivista. “E se fosse il nucleare la soluzione alla crisi climatica?” si chiede il titolo. Senza dover per forza scendere in basso con espressioni triviali che si possono comunque facilmente immaginare, più semplicemente la risposta potrebbe essere: “Dove siete stati fino ad adesso?” 
 
Il nocciolo (della questione, non del reattore) sono le emissioni. Considerando costruzione, gestione e smaltimento, il nucleare è la fonte a minor impatto in termini di emissioni di gas serra. Fa meglio (e di molto) rispetto al fotovoltaico, ma anche dell’idroelettrico. Se consideriamo che rispetto all’eolico (con cui condivide il primato in termini di “pulizia”) è però capace di produrre quantità infinitamente maggiori di megawatt, ecco che si presenta come la miglior alternativa possibile. 
 
Certo, spiegano da Internazionale, i rischi sono quelli addotti da sempre: le scorie nucleari (ma allora dovremmo chiudere anche tutti i reparti di radiodiagnostica degli ospedali), i costi (ma chi abbandona l’atomo spesso deve fare i conti con prezzi dell’energia in aumento) e la pericolosità delle centrali. A quest’ultimo problema si starebbe però ovviando grazie alla costruzione di reattori molto più sicuri rispetto agli attuali che già garantiscono comunque standard elevatissimi. 
 
Il “pentimento” tardivo 
Il cambio di paradigma, per Internazionale – facendo una rapida ricerca sulle colonne del sito si trovano numerosi articoli non certo favorevoli al nucleare -, è notevole. E potrebbe persino preludere – magari proprio insieme al fenomeno Greta, che pur dicendosi personalmente contraria ha aperto all’uso dell’uranio – ad un mutamento nel campo ambientalista.  
 
Il quesito, a questo punto, la poniamo però noi: non è un po’ tardi? Domanda non retorica, visto che nel 2011 quel mondo era compattamente contrario e portò alla vittoria nel referendum con il quale venne bocciata l’ipotesi che l’Italia potesse tornare a costruire reattori per soddisfare la propria domanda di energia. Nel frattempo abbiamo perso quasi 10 anni.  
Grazie. 
 
30 Settembre  2021