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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Compagni, basta riempirvi la bocca di Costituzione (o almeno leggetevela) 
di Ninni Raimondi
 
Compagni, basta riempirvi la bocca di Costituzione (o almeno leggetevela) 
 
Si fa un gran parlare (a sproposito) della “Costituzione fondata sull’antifascismo” e di una sorta di “mandato costituzionale” della sinistra di assegnare patentini di “partito nell’arco costituzionale” nel centrodestra. Complice il clima da (inesistente) “emergenza fascismo” scatenato da Cgil, Pd e compagni vari – amplificato ad arte dai media schierati – a seguito dell’assalto alla sede del sindacato sabato a Roma, ecco che riparte il tormentone della Costituzione antifascista. La litania secondo cui chi non è antifascista non rispetta la Costituzione. Tanto che uno dei più accaniti mastini di guardia al potere, Massimo Giannini, citando niente di meno che Gianfranco Fini, ci ripropone e propina il dogma dell’abiura, i dettami per lavare ogni macchia con la professione di antifascismo. 
 
Giannini cita Fini per incolpare la Meloni 
Ci sarebbe da ridere, se il quadro non fosse drammaticamente ridicolo. Giannini cita Fini a Gerusalemme che dichiara che il “fascismo è il male assoluto” e che “l’Italia come è oggi non esisterebbe se non fosse antifascista”. E’ la dritta che con i suoi modi di certo non da scaricatore di porto triestino (magari…) il direttore della Stampa dà alla leader di FdI Giorgia Meloni. “Non basta condannare il fascismo, bisogna riconoscere che senza antifascismo non ci sarebbe questa Repubblica“, sentenzia Giannini in tv da Floris. E lo fa subito dopo aver equiparato le parole della Meloni sulla matrice dell’attacco alla Cgil al negazionismo dell’Olocausto (sic!). Ma non è tanto della Fiuggi 2.0 della Meloni (peraltro inutile ai fini di una legittimazione del suo partito agli occhi della sinistra, unica vera forza sedicente democratica) che vogliamo parlare. 
 
Ci interessa piuttosto inchiodare la sinistra alla responsabilità di sviare l’attenzione dai problemi reali e impellenti del Paese con l’antifascismo in assenza di fascismo. 
 
I compagni spargono fuffa per sviare dai problemi reali 
Venerdì scatterà l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori, i portuali contrari al certificato verde sono pronti a bloccare tutto, il Paese rischia di andare in tilt e i compagni che fanno? Spargono (pericolosa) fuffa con mozioni per lo scioglimento dei partiti neofascisti. E al contempo chiedono a FdI di professarsi antifascista perché altrimenti – come ha detto quell’ignorante di Provenzano del Pd – è “fuori dall’arco costituzionale”. Come se la Costituzione l’avessero scritta i dem, con i loro vari Zan e le varie Cirinnà. Roba da far rivoltare nella tomba l’Assemblea costituente. Sabato scorso a Roma decine di migliaia di cittadini – lavoratori, giovani, famiglie con passeggini, signore e signori anche di una certa età – sono scesi in piazza a protestare contro il green pass, ma si parla solo dell’attacco alla Cgil. 
 
Sabato 16 sempre nella Capitale – in pieno silenzio elettorale – sindacati e antifascisti vari si sono dati appuntamento per la manifestazione “Mai più fascismi”. Nel 2021, ci rendiamo conto? 
 
I sindacati si riempiono la bocca di Costituzione, ma lo conoscono l’articolo 1? 
“Una grande mobilitazione civile per riaffermare i valori della nostra Costituzione“, dicono i sindacati. E per l’occasione è stata rispolverata la storica piazza San Giovanni, quella del concertone del primo maggio. Ma se lo ricordano, i sindacati su cosa è fondata l’Italia (un suggerimento: non sull’antifascismo)? Se lo ricordano l’Articolo 1 della Costituzione, visto che tutti la citano a sproposito? Dov’è la difesa dei diritti dei lavoratori nel dire sì all’obbligo del green pass e nell’imporre i tamponi a pagamento a spese di chi lavora? I sindacati di base che fischiano la Cgil – pappa e ciccia con Confindustria – sono “fascisti” pure loro? O forse – “banalmente”, come direbbe la Meloni – fanno il loro lavoro di sindacati? 
 
La solita vecchia scusa, sempre valida 
Intanto, mentre il centrodestra si scapicolla a proporre lo scioglimento di tutti i movimenti ritenuti violenti ed eversivi, anche quelli di sinistra – con il rischio di non annullare le opposte mozioni, diciamo, ma di far chiudere davvero i suddetti movimenti – il centrosinistra punta invece a squalificare gli avversari. Con la solita vecchia scusa – sempre valida – dell’antifascismo. Stracciandosi le vesti per un clima di violenza inaudita, inedita, “peggio degli anni ’70” (ma quando mai?). Come se non ci fosse stata la pandemia, le chiusure, il lockdown. Come se non ci fosse la crisi economica che ne è scaturita. Come se gli italiani non avessero già i loro problemi, tra green pass, vaccini, tamponi, controlli e sanzioni. 
14 Ottobre  2021