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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Google stende il tappeto rosso a Greta 
di Ninni Raimondi
 
Google stende il tappeto rosso a Greta: arriva la mordacchia per chi “nega” il riscaldamento climatico 
 
Google ha deciso di rendere la vita impossibile a chi diffonderà tesi contrarie o critiche a quella del cambiamento climatico sostenuta da Greta e compagnia «green», e lo farà seguendo la consueta modalità censoria che conosciamo così bene: silenziando i «negazionisti» — come li chiamano gli adepti del Fridays for future — impedendo loro di monetizzare i contenuti o mostrare banner. Lo rivela BusinessInsider. 
 
Google silenzia chi dissente sul riscaldamento globale 
Il gigante tecnologico sta quindi adottando un duplice approccio: staccando cioè la spina agli inserzionisti e a quei partner di pubblicazione negli annunci di Google che cercano di «promuovere la disinformazione sui cambiamenti climatici», e ai creatori di contenuti su YouTube che cercano di monetizzare i video di critica sulla teoria del riscaldamento globale. Una mossa che fa il paio con il giro di vite — adottato da YouTube e annunciato la scorsa settimana — con cui si vieteranno tutti i contenuti anti vaccinazione sulla piattaforma. 
 
Il giro di vite 
Il provvedimento prende specificamente di mira le affermazioni secondo cui «il cambiamento climatico è una bufala o una truffa», e quelle in cui viene minimizzata la gravità «delle emissioni di gas serra». Google continuerà a consentire le pubblicità e la monetizzazione su argomenti legati al clima, a patto che si tratti di dibattiti informati e ricerche verificabili. «Osserveremo attentamente il contesto in cui vengono fatte le affermazioni, differenziando tra contenuti che affermano il falso, rispetto a contenuti che riportano o discutono tale affermazione», ha affermato la dirigenza di Google in una nota. 
 
Per attuare la nuova politica di censura e monetizzazione «a senso unico» Google si è consultato con esperti del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L’Ipcc aveva pubblicato la sua sesta valutazione sullo stato dei riscaldamento globale all’inizio di agosto, avvertendo di cambiamenti «irreversibili» legati al clima.  
Sottotesto: le piattaforme digitali devono al più presto aggiornare le proprie policy di censura del dissenso. La società inizierà ad applicare le nuove modifiche a novembre. 
21 Ottobre  2021