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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Effetto conta dei positivi 
di Ninni Raimondi
 
Effetto conta dei positivi: piovono disdette per hotel e impianti sciistici 
 
Boom di disdette negli hotel di Roma, per gli impianti invernali a rischio mezzo milione di turisti, come riportano Repubblica e il Gazzettino. Siamo nel febbraio 2020? No, e la cosa fa veramente paura. Soprattutto per l’insistenza di governo e media mainstream sul vaccino come unico, insindacabile elemento risolutore. 
 
Eterna corsa a vaccino e a positivi, mentre hotel di Roma e impianti invernali crollano 
Così è. Con oltre il 75% di vaccinati (oltre l’85%, secondo la stima del generale Francesco Figliuolo, ma cambia poco) si chiude e si disdice quasi come ad inizio pandemia. E il risultato sono posti di lavoro a rischio: questa volta in modo irreversibile, visto che a fine anno termina la cassa integrazione. E tanta, tanta gente rischia di finire in mezzo a una strada. Fanno poi ridere amaramente i governatori delle regioni interessate, dapprima focalizzati sul chiedere al governo Draghi il famigerato “super green pass” e poi nell’intimarlo a “tenere gli impianti aperti anche in zona arancione e rossa”. Non sembra poter arrivare mai la fine, in nessun caso, si vaccina come se non ci fosse un domani e l’impossibile e farneticante risultato di non veder crescere i “positivi” conduce ad insistere ancora di più sulla strada intercorsa, pure se i fatti dimostrano essere sbagliata. E anche a costo di far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone. 
 
L’ossessione criminale sui “positivi” 
Perché le autorità e i media insistano tanto nel conteggio di positivi al covid che nella stragrande maggioranza dei casi non sviluppano praticamente alcun sintomo serio è un mistero. Per meglio dire, è un atteggiamento addirittura criminale, considerata la non curanza per le sorti di persone – spesso ormai pure vaccinate – che rischiano il posto di lavoro in modo irreversibile, molto peggiore di quando è iniziata la crisi ormai quasi due anni fa. 
 
Le decisioni sulle strette del green pass, ma anche le – nuove! – chiusure nella capitale sono l’emblema estremo di questa follia. E nessuno a chiedersi se il vaccino sia realmente uno strumento di risoluzione efficace, nessuno a porsi una semplicissima domanda, che nascerebbe dal buon senso e non certo dall’ostinazione. Com’è possibile che con oltre due terzi di popolazione vaccinata a Roma si chiudano le piazze (perché sì, sta avvenendo anche questo, come riporta l’Ansa di oggi), gli hotel vengano disdetti e per l’ennesima volta gli impianti scistici rischino il tracollo di presenze? Chi paga per queste persone? E per cosa? Per tenere una tabella quotidiana di positivi quasi sempre senza alcun sintomo? 
 
Se ci si concentrasse esclusivamente sugli ospedalizzati già sarebbe questione diversa (anche se non sufficiente, ma procediamo passo dopo passo). Ma non è così: si bada a una tabella che, allo stato (come all’origine) non significa nulla. E non può neanche essere affidabile. Che non ci sia limite alla follia è storia che l’esperienza umana ha spesso raccontato. Trovarsi all’interno di una di quelle fasi storiche però è veramente durissima da digerire. Specialmente per chi si suda il pane tutti i giorni. 
 
23 Novembre  2021