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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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L’Italia tornerà mai nucleare? 
di Ninni Raimondi
 
L’Italia tornerà mai nucleare? Una questione aperta 
 
Se l’Italia tornerà mai all’energia nucleare è un quesito dal proverbiale “milione di dollari”. Specialmente se posto da parte di chi – come chi scrive – ha sempre sostenuto l’importanza dell’autonomia energetica, ricercata ossessivamente dai critici dell’atomo in presunte forme rinnovabili le quali – almeno fin’ora – hanno dimostrato più limiti che garanzie. 
 
Italia nucleare, forse c’è speranza 
Gli ultimi sviluppi sul tema dell’energia nucleare sono quanto meno interessanti. Non tanto per una – ahinoi – ritrovata consapevolezza nazionale sul tema, ma per le solite spinte che vengono dall’esterno, in questo caso perfino dall’Unione Europea. E dunque per i soliti “consigli” che vengono da fuori, quasi sempre presi a modello da un Paese come il nostro che, ormai, sembra incapace di produrre anche un minimo “pensiero proprio”, specie se prospettico e costruttivo. Ma se dall’estero ci consigliano bene, quale che sia il motivo, forse è un punto per sperare, almeno, di interrompere una farsa, quella dell’anti-nuclearismo, durata fin troppo, ben oltre la tolleranza della logica e del raziocinio. 
Dopo le ultime dichiarazioni provenienti da Bruxelles, la Lega coglie la palla al balzo e si dichiara pronta ad appoggiare un referendum, seguita da Forza Italia. È una buona notizia, ma non una novità. Dal momento che – da sinistra – tutto tace. Ma non ci sarà – non siamo ottimisti – da scommetterci troppo. 
 
Il pretesto della transizione green? 
L’Ue si è schierata apertamente al favore del nucleare, come abbiamo appena appreso. Lo ha fatto ritenendo il nucleare medesimo un sistema per avviare la transizione verso la cosiddetta svolta energetica “green” e verso un futuro fatto prevalentemente di rinnovabili. Dunque sempre partendo da una retorica anti-nuclerarista che ha preso molto piede negli ultimi decenni, specialmente nel nostro Paese, che ha detto addio alle centrali nell’ormai lontano 1987, e che ha rifiutato di poterle sviluppare nuovamente nel 2011, pressato dalla fobia ambientalista concentrata sulle scorie e sul rischio di ipotetiche esplosioni sulla scorta di quelle avvenute nella vecchia Unione Sovietica o – più recentemente – in Giappone. 
 
Che sia un pretesto dialettico o meno, sarebbe un’occasione da cogliere al volo, considerati gli enormi problemi che – sul fronte energetico – l’Italia non nucleare ha dovuto affrontare negli ultimi tre decenni.  
I quali, con il prossimo boom delle bollette, potrebbero approfondirsi in modo molto serio. 
 
4 Gennaio  2022