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Marocchinate, il documento bomba! 
di Ninni Raimondi
 
Marocchinate, il documento-bomba: Alleati e controspionaggio sapevano degli stupri 
 
Le marocchinate, ovvero gli stupri di massa e gli omicidi perpetrati nell’Italia centro-meridionale dai goumiers delle truppe coloniali francesi nel ’44, erano conosciute dagli Alleati. E’ la clamorosa scoperta fatta da Emiliano Ciotti, ricercatore storico e presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, basandosi su un documento rinvenuto nell’archivio dello Stato Maggiore Italiano. Si tratta del rapporto della sezione controspionaggio della 5^ Armata, firmato dal Maggiore dei Carabinieri Reali Cesare Faccio in data 22 giugno 1944 e parla degli atroci soprusi commessi dai soldati marocchini e della linea di condotta tenuta dalle truppe americane in quelle occasioni. 
 
Marocchinate: gli Alleati sapevano 
Ne ha dato oggi notizia lo stesso Ciotti, pubblicando una foto del documento sul blog dell’associazione. «Il documento inizia riportando la violenza ai danni di una donna, accaduta dopo tre giorni dell’occupazione di Vetralla, in provincia di Viterbo», fa sapere l’Anvm. La donna aveva chiesto la protezione di un sergente della Polizia Militare americana, il quale, di conseguenza, si era recato presso il comando francese per fare delle rimostranze. La reazione degli ufficiali d’Oltralpe fu vergognosa: «Gli risposero, invitandolo “ad astenersi dall’interessarsi di cose che riguardavano esclusivamente il comando francese, in quanto ognuno faceva la guerra a modo suo”. Il Sottufficiale a questo punto relazionò al proprio comando, che diramò una disposizione ai propri militari “di far uso delle armi, qualora si fossero trovati presenti a violenze commesse dai marocchini”». 
 
Un’altra prova del fatto che le marocchinate erano ben note agli alleati ci arriva dal controspionaggio italiano, il quale aveva appreso da un funzionario del Cic, (Counter Intelligence Corps, il servizio di intelligence dell’esercito degli Stati Uniti) che «soldati americani, successivamente presenti ad altro tentativo di violenza da parte di soldati marocchini, ne avevano uccisi sei, determinando le proteste del comando francese». Il comando americano a tali rimostranze aveva risposto che «fin quando i francesi avessero usato quei sistemi nei confronti della popolazione civile, i soldati americani avrebbero sparato prima contro i marocchini poi contro i tedeschi». Lo stesso funzionario Usa aveva ribadito che «se il governo italiano avesse chiesto alle Nazioni Unite di sostituire le truppe francesi con quelle italiane, tale richiesta sarebbe stata accolta». Ma così non accadde. 
 
Un documento sconvolgente 
«È un documento sconvolgente», spiega Emiliano Ciotti, presidente dell’Anvm «dal quale si evincono diverse verità finora nascoste. Innanzitutto, gli Alleati e il controspionaggio italiano erano a conoscenza delle violenze perpetrate ai danni della popolazione civile italiana dai coloniali inquadrati nell’esercito francese. Inoltre, i comandi Usa ordinarono alle proprie truppe che in caso di violenze dovevano sparare prima ai magrebini francesi e poi ai tedeschi». Segno che le atrocità compiute dai goumiers erano ben note agli americani. «Infine, che lo scempio delle marocchinate poteva essere interrotto ritirando dal fronte italiano le truppe coloniali. Questo purtroppo non avvenne subito — conclude Ciotti — e le donne e gli uomini italiani dovettero subire ancora per diversi mesi le bramosie sessuali di questi militari francesi». 
 
Chissà se se ne fotte ancora l'Antipapa argentino Bergoglio che, ultimamente, con il suo sorriso da ebetino, li ha benedetti sottolineando il fatto che sono stati anche loro dei combattenti. 
 
5 Gennaio  2022