Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime.  
 
Berlusconi al Quirinale? 
di Ninni Raimondi
 
Berlusconi al Quirinale? Quasi impossibile e non cambierebbe nulla: ma la sinistra schiatterebbe 
 
Berlusconi al Quirinale può recepirsi soltanto come qualcosa di impossibile. E questa è solo la premessa del ragionamento che farò. 
 
Berlusconi al Quirinale? Non sarebbe diverso dagli altri 
Berlusconi al Quirinale sarebbe un nemico del Paese esattamente come tutti i presidenti della Repubblica degli ultimi 30 anni. Possiamo discutere di sfumature, di dettagli, ma sull’agenda internazionale probabilmente non cambierebbe granché. Questo sempre ricordando l’impossibilità quasi tecnica di un risultato del genere, visto lo stigma che pesa sul Cavaliere da decenni e la sola immagine di Male assoluto che stampa, magistratura e presunta intellighenzia di sinistra hanno consolidato dal 1994 ad oggi. 
C’è poi – per onestà intellettuale – da rilevare che Enrico Letta non la dica nemmeno troppo sbagliata quando ricorda che il presidente della Repubblica non è praticamente mai un leader di partito o di governo. Gronchi, Saragat, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e lo stesso Mattarella (solo per citare gli ultimi) non lo sono mai stati. Che poi questa considerazione valga molto poco nella pratica, è ovviamente un altro discorso. 
Ma Berlusconi, forse, potrebbe costituire un leggero imprevisto soltanto per una questione inerente la sua personalità istrionica, per certi versi megalomane. Quella sì che potrebbe sortire qualche effetto “non calcolato” dall’agenda globalista ed europeista, come d’altronde è avvenuto prima del colpo di Stato del 2011. Nel complesso però, ci sarebbe poca carne al fuori: Berlusconi inquilino del Quirinale sarebbe quasi certamente un fedele esecutore degli ordini esterni, esattamente come i predecessori. Come d’altronde dimostra anche la penosa parabola di Forza Italia negli ultimi anni. 
 
Non succede, ma se succede i fregati saranno a sinistra 
È una situazione impossibile, quanto meno alle condizioni che recepiamo oggi, 6 gennaio 2022, e che durano da quasi 30 anni. Ma giocare male non fa. E sarebbe davvero interessante solo per un motivo: per registrare le reazioni isteriche a sinistra. Niente che abbia minimamente a che fare con la sostanza e, soprattutto, con una politca vera. Credo sia sufficiente anche soltanto la dichiarazione di uno a caso, Oliviero Toscani, che ieri all’Adnkronos ha parlato addirittura di “guerra civile“, in caso di elezione del “Male assoluto”. 
 
Sono disgustato solamente a sentire una roba simile. Ma stiamo scherzando? E non sono l’unico, è una cosa ridicola.  
Smettiamo di fare i burattini. Ci sarà la guerra civile, non è possibile, è la più grossa barzelletta che si possa raccontare agli italiani, la più grande stupidaggine che possiamo fare come Paese.  
E’ incredibile, ma io mi domando: ma che Paese siamo?  
Solamente a proporre una figura simile, inguardabile, condannato, bunga bungista.  
E’ un Paese imbecille solamente a pensare una cosa così. Ha rovinato l’Italia, ha fatto diventare l’Italia un Drive-In.  
Magari una barzelletta lo è: troppi ostacoli e troppa formazione pluridecennale a solidificarli.  
Ma siamo onesti: sarebbe divertentissimo.  
Come ogni buona barzelletta. 
 
6 Gennaio  2022