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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Giù la maschera, tutto resta com’è 
di Ninni Raimondi
 
Giù la maschera, tutto resta com’è: Mattarella bis e Draghi premier 
 
L’indecorosa telenovela è giunta ai titoli di coda. A breve, forse già al secondo round odierno previsto alle 16:30, dal cilindro parlamentare potrebbe spuntare il nome di Sergio Mattarella. Un bis che appare in questo momento l’unica soluzione per uscire dall’impasse, creata un po’ ad arte e un po’ dalle divisioni palesatesi in seno a centrodestra e centrosinistra. Un epilogo, a dirla tutta, sin troppo prevedibile. Su questo giornale d’altronde lo scriviamo da giorni, nonostante le pervicaci sirene dei “maratoneti” televisivi continuino a proporre gli spartiti più improbabili. 
 
Mattarella bis e Draghi premier: fine della sceneggiata 
E’ a ben vedere tutta una questione di numeri effettivi: non esiste schieramento che possa impuntarsi per vincere la partita con un proprio nome. Meglio, allo stato attuale non esistono proprio veri e propri schieramenti. Domina un anarchico procedere, tra spaccature interne, liberi battitori, franchi tiratori, presunti kingmaker frettolosamente ribattezzati ieri sera queenmaker. Dopo il roseto di nomi bruciati in partenza, la disfatta sulla Casellati e la Belloni respinta prima di essere nominata, ai partiti dell’ormai ex centrodestra non resta che convergere su Mattarella. E’ l’unico nome che verosimilmente metterebbe d’accordo tutti (o quasi), come arcinoto. L’unico che non farebbe saltare il banco, perché Draghi resterebbe al suo posto di premier fino al 2023 e i parlamentari vivachierebbero giocondi per un altro anno. 
 
Tutto resta com’è 
Certo, sussiste l’altrettanto noto problema: Mattarella vorrebbe godersi la pensione. Lo ha ribadito più volte, ma è lapalissiano che non potrà sottrarsi al cosiddetto senso di responsabilità istituzionale. Quindi, di fronte alla resa della politica, resterà al Quirinale. “È importante che Mattarella non sia percepito come un ripiego. Ma non c’è l’intesa, tanto vale che la squadra resti così, con Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi“, ammette ora Matteo Salvini. Per molti è invece un ripiego con i fiocchi, ma scontato come il freddo d’inverno. I soli ormai che insistono sul “no” al Mattarella bis albergano in Fratelli d’Italia, partito però che è già all’opposizione. “Sbagliato continuare a mettere in mezzo Mattarella. Ha detto che non è disponibile, non è mica un quaquaraqua”, dice il deputato di FdI Giovanni Donzelli. 
 
Poco conta, all’orizzonte non si vedono alternative. Nessuna almeno che possa essere digerita da chi non ha alcuna intenzione di andare al voto o di imbarcarsi in un governo traballante, ovvero la stragrande maggioranza dei parlamentari. Peggio di un giro di valzer gattopardiano, non cambia proprio nulla, resta tutto com’è. 
 
29 Gennaio  2022