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Time lapse, cosa succede dopo lo scatto 
di Ninni Raimondi
 
Time lapse, cosa succede dopo lo scatto 
 
Fra gli operatori che si occupano di sviluppo di strategie di video marketing è diffusa la convinzione che per ottenere un timelapse adatto ai propri scopi basti registrare una sequenza per un  intervallo di tempo sufficiente, per poi unire le immagini in un filmato unico. Si tratta, però, solo di illusioni. Per rendersene conto è sufficiente navigare su YouTube per imbattersi in video timelapse molto differenti tra loro. Ognuno caratterizzato da un contenuto, ma anche da una qualità e da una fluidità che rendono il risultato più o meno adatto a coinvolgere lo spettatore. Ad eccezione di alcuni filmati per i quali si sono utilizzate delle strumentazioni di largo consumo, come le notissime GoPro oppure le Brinno, la vera differenza riguarda la fase di post produzione, Quella in cui le immagini vengono elaborate ed assemblate. Questo processo richiede l’impiego di apparecchiature sofisticate e di capacità non indifferenti 
 
Gestione dell’archiviazione e dello spazio di memorizzazione 
Il primo ostacolo da superare è quello della definizione e organizzazione del processo di archiviazione dei dati. Per la produzione di video time lapse in ambito edilizio e che quindi richiedono l’acquisizione di immagini per un lungo periodo di tempo, è necessario una grande capacità di memoria. Riducendo gli scatti, al solo scopo di risparmiare spazio di archiviazione, si rischia di ottenere un video finale poco fluido, a scatti Indipendentemente dal soggetto, i video time lapse richiedono una significativa quantità di fotogrammi. Questo implica l’acquisizione e la gestione di molti dati, soprattutto nei progetti annuali. Per ottenere un calcolo iniziale dello spazio necessario, si possono  utilizzare calcolatori disponibili on line proposti dalle case di produzione video che seguono questo tipo di lavorazione . Una mole di dati simile necessita di standard prestazionali elevati sia per quanto riguarda il processo di archiviazione, che di trasferimento, che di salvaguardia dei dati acquisiti attraverso un adeguato processo di backup. 
 
Quante camere utilizzare in un time lapse di oltre un anno 
Come consigliato in questo articolo sulla produzione di video time lapse su periodi medio-lunghi, è indispensabile utilizzare differenti fotocamere che garantiscano punti di osservazione diversificati. Ciò consente di arricchire il video finale e di rendere più fluido lo scorrere delle immagini. L’impiego di più dispositivi di ripresa implica un maggiore fabbisogno di spazio di archiviazione. Ogni camera, infatti, necessita di un proprio supporto per la memorizzazione delle immagini e di uno spazio per il backup. Indicativamente ci si attesta sull’ordine dei terabyte. 
 
Editing e Montaggio 
Montare un time lapse non è affatto diverso dal realizzare un video più tradizionale, a patto di disporre di immagini provenienti da molteplici punti di inquadratura. L’operazione, però, richiede la periodica trasformazione delle immagini in video ripuliti dei frame inutili o quantomeno monotoni. Partendo dal fatto che l’obiettivo principale del time lapse sia quello di riuscire a mostrare l’evolvere delle lavorazioni in un tempo ristretto, ne deriva la necessità di effettuare dei tagli accurati di tutte le immagini che raffigurano pause, salti temporali e attività che non siano connesse a risultati immediatamente osservabili. Infatti è raro che i lavori procedano in modo sequenziale. Tutto ciò comporta un carico di lavoro supplementare per l’operatore dell’editing, che manualmente deve procedere ai tagli. 
 
Correzione e calibratura dei colori 
Eseguito il montaggio, le immagini devono essere uniformate. È una fase estremamente delicata ignorata dalla maggior parte dei committenti, anche se rappresenta la parte più complessa e articolata di tutto il processo. É onerosa e faticosa, richiede calcoli e competenze specifiche e non immediate. Il time-lapse relativo a progetti di medio e lungo termine può avere una durata media di 2 o 3 minuti. Lungo tutto il lasso di tempo nel quale vengono acquisite le immagini, le fotocamere possono essere sottoposte a diverse sollecitazioni dovute agli elementi atmosferici;  possono inoltre esserci dei cambiamenti nella luminosità e il video finale potrebbe, in conclusione, mostrare delle incongruenze relative all’orientamento delle ombre. In pratica ciò si traduce in vibrazioni legate al vento, cambiamenti di luminosità, scarti e vuoti nello scorrere delle ombre. Per eliminare l’effetto legato alle vibrazioni si possono utilizzare dei sistemi di stabilizzazione.  
 
Ad esempio, allargando la scena si eliminano gli estremi e si compensa il movimento centrale, proprio come avviene nei video più tradizionali. È necessario poi evitare l’effetto luce psichedelica andando ad intervenire sulle differenze cromatiche dei diversi fotogrammi. Per poterlo fare si possono attivare procedure a passaggi sequenziali contenute in programmi di correzione dei colori e di compositing su più livelli. I plugin aiutano a svolgere queste operazioni. Tutto ciò richiede computer performanti, dotati di ottime schede grafiche e processori veloci in grado di unificare le immagini e regolarne la luminosità e la cromia.  
 
Il processo prevede di raffinare le sequenze di immagini gradualmente e successivamente rassembrarle in un filmato finale. È evidente che la realizzazione di un time lapse richiede un notevole carico di lavoro e un grande dispendio di tempo. Ne deriva la lapalissiana conclusione un video professionale non può essere ridotto alla semplice composizione di una sequenza di immagini acquisite nel corso dell’anno. 
 
22 Febbraio  2022