Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. 
 
Alla corte del “sultano” 
di Ninni Raimondi
 
Alla corte del “sultano”. Erdogan: “Pace possibile, nessun perdente”. E ricompare Abramovich 
 
Alla corte del “sultano” non c’è un San Francesco con cui dialogare, ma qualcosa di buono potrebbe emergere. A Istanbul va in scena l’ennesimo round di negoziati tra Russia e Ucraina, con l’auspicio che dal tavolo turco possa uscire almeno uno spiraglio per il cessate il fuoco. A dirigere il delicato incontro è Recep Tayyp Erdogan, che in queste settimane si è ritagliato un astuto ruolo di mediatore, consapevole di quanto conti la partita del Mar Nero per la Turchia. “Con una pace giusta in Ucraina non ci sarà nessuno sconfitto”, ha detto il presidente turco ai delegati di Kiev e Mosca. 
 
Erdogan: “Aumentano speranze di pace” 
“Siamo entrati in una fase in cui i colloqui devono portare a risultati concreti”, ha specificato Erdogan, chiedendo il “cessate il fuoco immediato”. E ancora: “Entrambe le parti hanno preoccupazioni legittime, è possibile raggiungere una soluzione accettabile per la comunità internazionale. Spetta a entrambe le parti porre fine a questa tragedia, l’estensione del conflitto non è nell’interesse di nessuno“. Secondo Erdogan, in ogni caso “il processo negoziale ha aumentato le speranze di pace“. Il “sultano”, facendo presente che “il mondo intero si aspetta buone notizie da parte vostra”, ha rivendicato di aver tenuto “un approccio equilibrato al conflitto” sin dall’inizio del conflitto. E ha infine definito “amici preziosi” sia Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky. 
 
La Russia chiede neutralità dell’Ucraina. Kiev: “Garanzie di sicurezza” 
Tra le principali richieste russe vi è la neutralità dell’Ucraina, come riportato da Interfax. “Le parti hanno iniziato i colloqui a livello di capi delegazione” (il consigliere presidenziale russo Vladimir Medinsky e Davyd Arakhamia, leader del partito ucraino di Zelensky). “In particolare è stata sollevata la questione dei termini del possibile status neutrale dell’Ucraina”, si legge sull’agenzia. 
La delegazione di Kiev punta a ottenere il cessate il fuoco ma chiede garanzie di sicurezza internazionali, come fatto presente dal vice capo dell’ufficio di Zelensky, Kyrylo Tymoshenko. “Insisteremo sulle garanzie di sicurezza internazionali per l’Ucraina. La pace in Ucraina è il nostro compito principale”, ha detto. 
 
Abramovich al tavolo dei negoziati 
Ai colloqui di Istanbul è presente anche Roman Abramovich, dopo il giallo sull’avvelenamento, messo in discussione anche dai servizi segreti Usa. Un funzionario americano ha infatti rivelato a un’agenzia stampa che l’intelligence statunitense ritiene che i sintomi riportati dall’imprenditore russo fossero dovuti a fattori “ambientali”, non ad avvelenamento. Al contrario il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, è sospettoso e ha esortato i negoziatori presenti a Istanbul a “non mangiare e bere nulla e preferibilmente evitare di toccare superfici”. Sia come sia, Abramovich è regolarmente presente ai negoziati, come mostrano le immagini pubblicate su Twitter da alcuni giornalisti turchi. 
 
29 Marzo  2022