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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Madonna a seni nudi al Pride 
di Ninni Raimondi
 
Madonna a seni nudi al Pride, adesso Arcigay dà la colpa agli “infiltrati”. Ma la blasfemia per gli Lgbt è prassi 
 
 
Che patata bollente il manichino blasfemo della Madonna portato in trionfo nel corteo del Pride di Cremona: abituati a offendere la religione cattolica — solo quella cattolica, ché i cuori di leone arcobaleno, avendo cara la propria giugulare, non si azzarderebbe mai ad offendere un’altra religione monoteista — su base quasi giornaliera nella più totale impunità, nessuno del mondo Lgbt italico si sarebbe aspettato tanto clamore e tante condanne alla quasi unanimità. 
 
Madonna blasfema di Cremona, ora danno la colpa agli infiltrati 
Così, dopo giorni di polemiche, arrivano le dichiarazioni riportate da La provincia Cremona, di Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, ad azzardare la quantomeno bizzarra ipotesi degli infiltrati che avrebbero portato il manichino della Madonna al corteo appositamente per screditare il buon nome e l’immagine immacolata del Pride. Avete capito bene, sì: gli infiltrati. Concetto di ripiego assimilabile al «sono stati gli hacker» o a «il cane mi ha mangiato il compito». «Sgradevole e fatto da quattro persone che devono essere identificate e che distribuivano volantini contro gli organizzatori», sostiene Piazzoni che aggiunge: «Non ho idea di chi possano essere. Di sicuro, hanno sporcato un’iniziativa ben riuscita». 
 
All’Arcigay hanno la memoria corta 
Il segretario dell’Arcigay si dissocia: «Lo scopo della nostra iniziativa era lottare per i diritti e anche per la laicità dello Stato, ma non è offendendo i credenti che la si ottiene. Quel gesto è stato anacronistico. Forse 15 anni fa si facevano rappresentazioni pittoresche per attirare l’attenzione. Oggi sono sparite». Che vergogna, dunque, questi infiltrati che usano immagini blasfeme della Madonna per infangare la rispettabilità del Pride. Sicuramente, quindi, anche nel 2021 il Pride di Roma pullulava di «infiltrati» vestiti 
 
Il Cristo Lgbt del Pride 2021. Anche questo era un infiltrato? 
da Gesù Cristo in veste arcobaleno e recante una vistosa croce di legno con la scritta «froc*o» e cazz*tti disegnati a pennarello. Infiltrati molto audaci, che si sono presentati a volto scoperto e sono stati fotografati da tutti i giornalisti presenti. Oppure questi exploit del 2021 sono da annoverare tra le «rappresentazioni pittoresche» di 15 anni fa? 
 
Piazzoni ha la verità in tasca 
«L’offesa gratuita, come quella che è stata fatta con la statua della Madonna, è inaccettabile», prosegue Piazzoni. Invece Gesù con la croce scarabocchiata di simboli fallici è pura sacralità. «Hanno fatto del male al Pride e forse era proprio questo il loro obiettivo. Poi, come sempre accade, il gesto è stato strumentalizzato da chi non voleva che il Pride si facesse. La polemica gliel’hanno servita su un piatto d’argento. Sapevano che con quel manichino avrebbero catalizzato l’attenzione».  
 
Ma come: prima sostiene di non aver idea di chi siano, poi conclude che si tratta certamente di infiltrati. Ricapitolando: Piazzoni non ha alcuna prova a suffragio di ciò che sostiene, ma già addita i responsabili come infiltrati, «dimenticando» che i suoi sodali quotidianamente fanno scempio sacrilego della religione cattolica. Purtroppo per lui, noi abbiamo la memoria più lunga degli interlocutori cui vorrebbe darla a bere senza uno straccio di prova. 
 
9 Giugno  2022