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I giovani immigrati responsabili di un reato su due 
di Ninni Raimondi
 
I giovani immigrati responsabili di un reato su due. Ecco a chi vogliono dare lo ius scholae 
 
 
Giovani immigrati e criminalità. Mentre la sinistra nostrana dagli occhi luccicanti prova a scodellarci nel piatto la legge sullo ius scholae, «battaglia di civiltà», panacea di tutte le tensioni sociali — si è visto, infatti, come il modello francese abbia giovato alle tensioni sociali d’Oltralpe — il quotidiano Libero snocciola un’entusiasmante serie di numeri sulla criminalità in Italia e quanto essa sia legata a doppio filo con le fasce più giovani degli stranieri che vi soggiornano. Spoiler: le minoranze portatrici di culture identitarie e al contempo difficilmente assimilabili alla nostra non ne escono benissimo. E sicuramente regalare la cittadinanza italiana a questi individui — senza che se la siano meritata attraverso un percorso di «buona cittadinanza» — non mitigherà questo scollamento dal nostro tessuto sociale e il sentimento di avversione verso la nostra cultura. 
 
Giovani immigrati e odio verso la società occidentale 
Libero esordisce con un sondaggio, condotto da Ifop per l’Istituto Montaigne, in cui viene stimato che il 50% dei musulmani francesi «di età compresa fra i 15 e i 25 anni vorrebbe sostituire la sharia alla costituzione francese». Numeri corroborati da un ulteriore rapporto del 2018 presentato dal saggista Hakim el Karoui, in cui il 32% degli studenti di fede islamica intervistati professa una visione assolutista della religione. Se si attraversa la Manica le statistiche non migliorano: secondo un sondaggio compiuto da autorità statali nel 2018 e citato dalla Fondazione CDdf «il 23% degli immigrati musulmani inglesi ritiene che si debba applicare la sharia nelle loro comunità, mentre il 32% chiede la pena di morte per chi offenda Maometto». 
 
I numeri italiani 
Arriviamo finalmente in Italia. Prima di iniziare, alcuni numeri per circoscrivere il fenomeno. Secondo una rilevazione Istat, gli immigrati residenti tra i 14 e i 17 anni sono appena il 9,6%. Ebbene, in quel 9,6% di popolazione si annida chi compie il 65% degli scippi totali (commessi in Italia da tutti i residenti di quella fascia d’età), il 50,2% dei furti, il 48,1% delle rapine, il 47,7% delle violenze sessuali, il 40,4% delle percosse. 
Nella fascia di età fra 18 e 24 anni (di cui gli stranieri rappresentano l’11,2%) la situazione non migliora, anzi. L’89,7% dei reati che concernono lo sfruttamento della prostituzione, il 55,8% delle violenze sessuali, il 52,6% delle rapine, il 52,4% dei furti, il 43,6% delle lesioni dolose di quella fascia d’età è commesso da immigrati.  
 
Senza contare gli italiani di seconda generazione, che non sono compresi nella ricerca. Dalle fasce successive  l’incidenza della criminalità tende a calare, e questo risulta particolarmente vero nella fascia di immigrati di età compresa fra i 45 e i 54 anni (11,8% della popolazione in quella fascia anagrafica) e successive.  
Forse a causa di una maggiore integrazione dovuta a un maggior periodo temporale trascorso nel nostro Paese, la percentuale dei reati si attesta intorno al 16,7%. 
 
2 Luglio  2022