Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime.  
 
Mi ha toccato le parti intime 
di Ninni Raimondi
 
“Mi ha toccato le parti intime”: accusa di molestie sessuali travolge presidente di Azione 
 
A una settimana dal voto, un grave scandalo ha travolto Azione, la creatura di Carlo Calenda. E non riguarda un militante qualunque, bensì il presidente in persona del partito: l’ex piddino Matteo Richetti. L’accusa è di quelle pesanti: molestie sessuali. La bomba è scoppiata sulla scia di un’inchiesta di Fanpage, che riportava la testimonianza di una donna, rimasta anonima, che denuncia un senatore della Repubblica (poi identificato in Richetti) di averla molestata sessualmente. L’inchiesta è anche corredata di varie prove, tra cui gli sms che il senatore le avrebbe inviato. 
 
L’accusa di molestie sessuali 
Stando alla ricostruzione di Fanpage, la donna, desiderosa di lavorare in politica, nel novembre del 2021 avrebbe avuto un colloquio con Richetti. Da allora il senatore l’avrebbe molestata, toccandole anche le parti intime: «Perché mi hai messo le mani addosso dentro al Senato?», si legge in uno degli sms presentati dalla donna come prova. La presunta risposta di Richetti: «Perché sei bellissima». Una volta minacciato di denuncia, il presidente di Azione avrebbe reagito così: «Sì, certo, denunci un senatore con l’immunità. Stai perdendo l’uomo e l’occasione della tua vita». 
 
E non sarebbe tutto. Di fronte all’accusa di essere uno «schifoso», l’uomo avrebbe anche rincarato la dose: «Ma smettila a fare la perfettina, se non volevi che ci provavo non ti mettevi la gonna, che era un chiaro segnale, ti mettevi i pantaloni e facevi la frigida. Con questi movimenti femministi del cazzo vi siete tutte montate la testa». Oltretutto, la donna ha anche raccontato a Fanpage di aver avuto problemi con la polizia, alla quale aveva denunciato le molestie sessuali patite: «I politici fanno come vogliono», sarebbe stato il commento degli agenti. In un’altra occasione, poi, avrebbe anche subìto una perquisizione: «Non abbiamo niente in mano, [Richetti] l’ha fatto per darti una lezione», le avrebbe confessato il capo ispettore. 
 
La risposta di Azione 
Fin qui la testimonianza della donna. Che non collima affatto con la ricostruzione di Richetti e di Azione, che respingono con veemenza le accuse di molestie sessuali. «Da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine», ha dichiarato Carlo Calenda. Che poi ha spiegato: «Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura». 
 
Come si apprende da una recente nota di Azione, inoltre, «il senatore e presidente di Azione Matteo Richetti ha dato mandato ai propri legali per procedere in sede civile nei confronti di Fanpage, del direttore responsabile e degli altri soggetti responsabili per gli articoli e i video diffamatori nei suoi confronti pubblicati in questi giorni». In tal modo, prosegue la nota, «sarà possibile accertare la palese falsità delle accuse mosse nei suoi confronti e dei messaggi telefonici pubblicati dalla testata, senza neppure verificarli». Richetti, specifica la nota dell’ufficio stampa di Azione, procederà «in sede penale» oltre che civile. 
 
19 Settembre  2022